Il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli al Corriere della Sera non nasconde la preoccupazione per le possibili rivolte sociali che in Italia e non solo potranno arrivare in autunno se non verranno incardinate al più presto le riforme e tutte le misure possibili per evitare il collasso della popolazione dopo la crisi sanitari ed economica del Covid-19: «Mi chiedo solo dove sono i dibattiti sulle grandi riforme di cui anche l’Italia ha bisogno. Dov’è il dibattito sul sistema regionale, sul mercato del lavoro, sulla lotta alla povertà, sul green deal nazionale, sulla ristrutturazione del servizio sanitario, sulla lotta all’evasione? Ecco, credo che la concentrazione del Paese in questo momento debba essere sulle sfide che il Covid ci mette di fronte» sottolinea Sassoli commentando il piano di riforme che ancora manca, in termini concreti, al nostro Paese pur dopo gli Stati generali di Conte. «Un governo che ascolta secondo me in questo momento è anche utile. Il problema è che dopo bisogna rimboccarsi le maniche. A leggere i giornali si ha l’impressione di un Paese che fa tutto per tornare a quello che era prima del Covid. Questo mette un po’ di preoccupazione», sottolinea l’esponente Pd tra i vertici delle istituzioni di Bruxelles.



“IL RECOVERY PLAN PRIMA DELL’ESTATE? FORSE…”

Al netto della fiducia dell’Europa sull’Italia confermata dal Presidente dell’Europarlamento, la preoccupazione è forte per Sassoli sul futuro prossimo dell’Italia se lavoro ed economica non riusciranno a ripartire bene da settembre: «Qui a Bruxelles si parla molto delle previsioni catastrofiche dell’economia. Per l’Italia è un tema aperto. Ieri la Merkel ha detto che l’Europa è di fronte all’abisso. Non vorrei che il dibattito politico italiano riflettesse la nostalgia di tornare a passare l’estate al Papeete». Ma i dati sul Pil sono tutt’altro che incoraggianti e così Sassoli ammette «Non c’è preoccupazione, c’è terrore. La preoccupazione non darebbe l’idea delle conseguenze che questi dati potrebbero provocare sul piano sociale». In queste ore è giunta la proposta del Presidente del Consiglio Ue Charles Michel sul Recovery Fund (conferma di 750 miliardi del piano Merkel-Macron) ma non sarà facile in tempi rapidi raggiungere un accordo generale con tutti i Paesi, compresi quelli del Nord: «Ci siamo dati un metodo. Deve arrivare la proposta di Michel, ne deve discutere il Consiglio. Il Parlamento europeo è pronto anche a plenarie straordinarie in estate. Bisogna verificare passo per passo la coerenza degli interventi». Sassoli si augura che si possa arrivare a settembre con già in tasca il piano del Recovery Plan, «ce lo auguriamo. Ma dev’essere un buon accordo. Bisogna fare in fretta, ma soprattutto bisogna fare bene».

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