Un vero e proprio mistero la morte di Davide Bistot, ragazzo di soli 18 anni di Belluno, morto nel sonno. «Non voglio incolpare nessuno, solo piangere il mio Davide e ricordare che era proprio un bravo ‘bocia’”», sono le parole del padre, Paolino, che piange il figlio scomparso nella notte fra martedì e mercoledì scorsi, per cause ancora da chiarire. «Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo – racconta ancora parlando con i microfoni de IlMessaggero – se lo ricorda sicuramente come un ragazzo felice, raggiante. Giuro che questo fa un male bestia, 18 anni appena compiuti, stava preparando la patente. È molto dura… ma ora voglio sapere perché è morto».
Paolino ha subito nel giro di pochi mesi un doppio lutto, prima il fratello Stefano, morto per covid a gennaio, quindi il figlio, e lui non si da pace: «Ho fatto qualcosa che non andava, probabilmente. Sono disperato». Davide Bistot stava male da qualche giorno, ma sintomi lievi come un po’ di stanchezza, ma anche un mal di testa strano che non gli era mai venuto. Martedì sera, prima di morire, aveva vomitato per tre volte dopo una pizzata con gli amici, e i genitori lo avevano portato al pronto soccorso di Belluno: «Ci hanno detto che andava tutto bene – ha spiegato ancora Paolino – nessuno va a pensare che un ragazzo di 18 anni ha qualcosa. Ma a volte, forse, è proprio il giovane che avrebbe bisogno di un’attenzione particolare».
DAVIDE BISTOT, 18ENNE MORTO NEL SONNO A BELLUNO: “NON HO FATTO IN TEMPO…”
Il giovane era stato dimesso poco dopo le 23:30: «Sono stato assolutamente in fiducia, siamo tornati a casa, lui è andato a riposare e questa mattina, quando mi sono alzato, avevo già cominciato a telefonare perché volevo fargli una visita neurologica ma non ho fatto a tempo…». Il 18enne era infatti già morto, nel suo letto, trovato dalla mamma, anch’essa disperata.
Le autorità hanno aperto un’inchiesta per omicidio colposo e lunedì verrà eseguita l’autopsia sul corpo del ragazzo. Il padre ha escluso che il figlio abbia preso un colpo alla testa e anche un possibile collegamento con il vaccino: «L’ha fatto un mese fa, non c’entra nulla, ce l’hanno assicurato. Noi siamo tutti vaccinati e abbiamo anche la carta verde». Paolino non si da pace, vuole la verità ma senza puntare il dito contro qualcuno: «Con il senno di poi è facile parlare e non me la sento di incolpare nessuno nella maniera più assoluta, ma capire quello che è successo si, devo sapere perché morto, è l’unico aspetto che mi interessa. Si dicono sempre le stesse cose però, forse, potevo fare qualcosa in più o avrebbero potuto farlo gli altri».