L’economia, il futuro della finanza ma soprattutto cosa ne sarà della politica: Davide Casaleggio a tutto tondo ai microfoni di Italia Oggi. Reduce dalla rottura con il Movimento 5 Stelle, il titolare dell’associazione Rousseau ha parlato del modello di politica dal basso, ricordando che il progetto organizzativo lanciato nel 2005 ha reso anacronistiche le strutture partitiche del secolo scorso e sta per arrivare una nuova trasformazione, destinata a superare «l’idea di movimento per come lo conosciamo e che darà una centralità diversa al cittadino e per molti aspetti ancora più evidente».



Secondo Davide Casaleggio le nuove generazioni andranno oltre l’idea di delega ma anche oltre l’idea di partito/movimento, l’identità politica non sarà più modellata sull’appartenenza a un partito ma più fluida: «Sarà costruita attraverso una personalizzazione dei propri interessi individuali, in questo caso, civici. Le persone aderiranno a singole battaglie promosse magari da influencer, come è avvenuto per esempio nel caso di Fedez, o cercheranno strumenti per promuovere le proprie iniziative dal basso come avviene in Rousseau».



DAVIDE CASALEGGIO: “ROUSSEAU SARÀ POTENTE MEDIA CIVICO”

Nel corso della lunga intervista rilasciata a Italia Oggi, Davide Casaleggio ha rimarcato che le piattaforme digitali rivestiranno un ruolo sempre più determinante, sia per aggregare persone attorno ad una battaglia, sia per definire le future strutture sociali e politiche, nonché le modalità di distribuzioni del potere dei cittadini in ambito civico, politico e statuale. Tornando su Rousseau, Davide Casaleggio ha spiegato di voler «creare un potente media civico che sia in grado di attivare, da una parte, concrete azioni di partecipazione attiva e di cittadinanza digitale e dall’altra, di incubare quelle nascenti composizioni civiche che diventeranno protagoniste dello scenario politico del futuro». Sull’ipotesi di fondare un suo movimento, il figlio di Gianroberto ha tenuto a precisare che Rousseau diventerà una sorta di acceleratore di movimenti e di idee civiche, non escludendo che «uno o più gruppi cittadini possano costruire nuove composizioni politiche».

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