Davide Ferrerio, la madre: “Non viviamo più”
Davide Ferrerio è in coma dallo scorso agosto, quando per uno scambio di persona è stato pestato a sangue a Crotone. Il giovane, che era in Calabria in vacanza, è stato indicato come oggetto di una “spedizione punitiva” organizzata da mamma e figlia, dopo dei messaggi arrivati alla giovane. La mamma di Davide, a Storie Italiane, spiega: “C’è il 31enne che non si capisce perché non sia ancora indagato. Era l’obiettivo della spedizione punitiva organizzata da questa donna. Aveva scritto un messaggio a questa ragazzina, “Sei bellissima”. La madre, che chiamo madre tra virgolette, pensa bene di organizzare una spedizione punitiva nei confronti di questo 31enne. Con questo la ragazza si conosceva, si scrivevano, la ragazza sapeva con chi aveva a che fare. Il 31enne la sera arriva, gli chiedono se fosse lui, dice di no, scappa e se ne va”.
Le cose, però, non sono finite là. Da parte del 31enne, infatti, arriva un messaggio specifico: “Il compagno di questa mamma lo insegue, lui si rende conto che è in pericolo perché si rende conto che è il vero obiettivo. Lui vede Davide, perché si trovava nella stessa traiettoria, lo vede con la camicia bianca e scrive: “Sono arrivato, ho la camicia bianca”. Lui aveva tutte le vie d’uscita, era in macchina. Bastava che se ne andasse e non sarebbe successo niente. Invece ha voluto compiere un’azione crudele, disumana. Ha visto il mio bambino che stava arrivando e ha scritto “Sono arrivato”. Si è sentito vigliacco, codardo, allora si è immedesimato nei panni di Davide. Da lì sappiamo tutto. Dovevano dimostrare, ripulire l’onore della ragazza, neanche fosse stata stuprata. Sono tutti assassini. Mio figlio è in coma vegetativo. Un ragazzo stupendo, pieno di sogni, non ci si capacita. Non viviamo più, quando ci alziamo la mattina e vediamo che non c’è Davide chiediamo perché non ci sia. Poi realizziamo. L’efficacia causale nel determinare l’evento sussiste al 1000 x 1000“.
Davide Ferrerio, il fratello: “Un ragazzo esemplare, per bene”
Gabriele Bordon, legale della famiglia Ferrerio, spiega: “Non parlo per un coinvolgimento emotivo. Per un tema tecnico-processuale, dobbiamo indagare sulla quota di contributo materiale che ha dato il 31enne. Se non ci fosse stato quel messaggio scelerato, non ci sarebbe stato nulla. Rimane da esaminare il quoziente di partecipazione psicologica. Anche su questo piano credo che gli elementi già raccolti siano sufficienti“.
Il fratello di Davide, Alessandro, collegato con Storie Italiane, racconta: “Non riesco a trovare una spiegazione. Niente ha più senso, sono devastato, ogni giorno di più. Poi emergono particolari sempre più agghiaccianti. Bastava veramente poco, bastava che questo 31enne andasse via. Un ragazzino di 20 anni non aveva niente da condividere con questi qua. È un ragazzo esemplare, per bene. Nel giro di 2-3 minuti era in una pozza di sangue per terra“. Nelle intercettazioni, la stessa ragazza chiede al 31enne perché non si sia fatto gli affari propri, mandando al massacro una persona innocente. La madre conclude: “Hanno commesso un crimine di una crudeltà tale che non l’ho mai sentito in tutta la storia. L’hai minacciato, guardato male, inseguito, gli hai dato una ginocchiata, basta. Prendi un tirapugni e lo colpisci con violenza. Ma cosa avevi davanti a te, un criminale”.