Lo speciale de Le Iene dedicato a Nadia Toffa ha inizio con un filmato omaggio che racchiude alcuni dei momenti della giornalista e inviata e lascia poi la prima parola a Davide Parenti. È lui a spiegare come nasce questo speciale: “A un anno di distanza dalla sua partenza stiamo per farvi vedere una cosa che non siamo proprio attrezzati a fare questa cosa. – esordisce con sincerità, per poi aggiungere che – Facciamo questa cosa solo per lei. In questo speciale parleranno tutte le persone che hanno lavorato con Nadia, ma non quelle che vediamo davanti alla telecamere, ma dietro”. In effetti a parlare sono gli addetti ai lavori, da chi organizza i servizi a chi è dietro le quinte assieme agli inviati. (Aggiornamento di Anna Montesano)



Davide Parenti parla di Nadia Toffa nello speciale de Le Iene

Davide Parenti ha deciso di realizzare un grande tributo in onore di Nadia Toffa, ad un anno esatto dalla sua morte. Oggi, giovedì 13 agosto 2020, Le Iene ritorneranno nella prima serata di Italia 1 con uno speciale dedicato interamente alla giornalista. “Volevamo far vedere chi era davvero Nadia”, ha dichiarato il regista a Sorrisi, “con i retroscena dei suoi servizi”. Parenti non ha nascosto la difficoltà di realizzare un tributo simile, per via della presenza di testimonianze e clip inedite. “A un anno di distanza stiamo per farvi vedere qualcosa per cui non siamo attrezzati”, ha sottolineato, “perchè in questo speciale dedicato a Nadia parleranno tutte le persone che hanno lavorato con lei”. “Con Nadia abbiamo condiviso passioni di vita dalla mattina alla sera”, ha detto invece a Il Corriere della Sera alcuni mesi fa, “successi e frustrazioni. Era favolosa, era parte di noi. Ci manca, Nadia ci manca“.

Il rapporto fra il regista e la giornalista era più che speciale, tanto che Parenti la considerava al pari di una figlia. Il merito va anche e soprattutto alla personalità di Nadia, alla sua capacità di trasmettere la sua solarità e accogliere tutti con il sorriso. Creare un rapporto intimo con tutti i colleghi. Anche per questo, nonostante lottasse con la malattia, ha continuato a tenere alto il morale degli amici in ogni istante. Non voleva essere trattata come una persona malata, ma come una combattente. “Un guerriero è uno che non ha alcuna intenzione di spegnersi”, ha detto Parenti l’anno scorso a Il Messaggero. Non è stato semplice, soprattutto con l’arrivo del finale della scorsa edizione. Nadia era ormai sfinita e faticava a camminare. Questo però non le ha mai impedito di presentarsi al lavoro e fare persino i suoi noti balletti.

Davide Parenti, tra i primi a ricordare Nadia Toffa

Davide Parenti è stato uno dei primi a condividere i suoi ricordi su Nadia Toffa. Alcuni giorni dopo la tragica morte della giornalista, l’autore de Le Iene ha rivelato che avrebbe preferito avere Nadia al suo fianco anche in occasione dell’ultima puntata della scorsa edizione. Nella speranza che, concluso un cerchio, il dolore sarebbe stato meno straziante. “È stato come perdere un figlio”, ha detto il giorno dell’addio. “Sono contento che così tanta gente le abbia voluto bene, se lo meritava”, ha riferito invece a Il Messaggero, “è stata bravissima a portare avanti tutto, nonostante gli attacchi e le operazioni“. Nadia è stata una vera guerriera: mentre lottava per la sua vita, ha dovuto fare i conti anche con le polemiche dei mal pensanti.

E nonostante quel sorriso che non ha mai smesso di regalare ai telespettatori, era più che consapevole che la sua ora era ormai vicina. “È andata avanti, ha condotto il programma sapendo che sarebbe finita così”, ha detto ancora Parenti. Secondo l’autore, è stato anzi proprio il lavoro e la passione che la giornalista ha sempre dimostrato sul campo a permetterle di rimanere in vita. “Quando ti dicono che hai quella cosa, in quel posto e di quel tipo”, ha aggiunto, “basta che guardi su internet per leggere che hai al massimo dieci mesi. Lei ne ha fatti venti. Ovviamente sono stati bravissimi i suoi dottori, capaci di allungarle la vita con le giuste cure. Ma aver continuato a lavorare, avere un appuntamento cui tornare, un impegno con il pubblico, era per lei una delle ragioni per continuare a vivere”.