Le Iene pronte a ripartire nel pieno dell’emergenza coronavirus, che ha colpito tre membri della redazione del programma in onda su Italia 1: Davide Parenti ai microfoni del Corriere della Sera ha parlato della nuova stagione ma non solo. D’ora in poi gli inviati lavoreranno divisi in due gruppi: uno che «rimane fuori con inviati, gran parte degli autori, qualche montatore e i cameramen» e l’altro che «sta dentro, in redazione, fatto di pochissime persone».
Parenti ha evidenziato le difficoltà nel lavorare in questa situazione di emergenza, con la scaletta che prevederà il 70% dei servizi sul coronavirus. Ovviamente non mancheranno gli scherzi, a partire da quello fatto a Michelle Hunziker. Poi una battuta sul caso Fausto Brizzi: «Se il risultato di alcune inchieste è un’accusa al nostro lavoro significa che c’è un errore in quello che facciamo. Ma non c’è un metodo Iene. Le cose che abbiamo detto su Brizzi sono così infamanti che qualcuno avrebbe dovuto denunciarci. Noi a Brizzi abbiamo detto di portarci in tribunale, ma non è mai successo».
LE IENE, DAVIDE PARENTI: “NADIA TOFFA CI MANCA”
Nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Davide Parenti si è soffermato sul metodo Stamina, che ha trovato grande spazio a Le Iene: «Su Stamina potrei parlare 10 ore. Vannoni era un personaggio che dire ambiguo è riduttivo, che fosse un poco di buono è evidente. Però ricordo che Stamina era una cura compassionevole fatta dagli ospedali di Brescia, quel metodo non sono state le Iene a inventarlo, ma lo Stato. Noi abbiamo documentato una cosa che stava accadendo. L’errore era alla base: se non c’è niente di scientifico, perché un ospedale pubblico ti offre l’opportunità di questa cura? La colpa che mi do è che ne abbiamo parlato troppo… Dietro una critica c’è sempre qualcosa da ascoltare, ma davvero siamo in buona fede». Infine, una battuta su Nadia Toffa: «Con Nadia abbiamo condiviso passioni di vita dalla mattina alla sera, successi e frustrazioni. Era favolosa, era parte di noi. Ci manca, Nadia ci manca».