La storia di Davide Pecorelli aveva lasciato tutti a bocca aperta, stupiti dagli eventi misteriosi che avevano avvolto la sua scomparsa e il successivo ritrovamento in vita nove mesi dopo sull’isola di Montecristo. L’imprenditore 45enne dato per morto in Albania, dove era scomparso tra le campagne di Puke dove la sua auto era stata ritrovata incenerita, era riapparso naufrago su un gommone noleggiato sotto falsa identità al Giglio, al largo dell’Isola di Montecristo, dove era alla ricerca di un tesoro di monete, il famoso tesoro del Conte di Montecristo.



Oggi, secondo quanto riferito da La Nazione, Pecorelli è stato iscritto al registro degli indagati con l’accusa di ricettazione, con la magistratura che gli punta il dito contro nell’inchiesta che prova a far luce sulle monete d’oro rubate nel 2019 a San Mamiliano di Sovana. Secondo i dati in mano alla magistratura, che ipotizza che quello ritrovato all’interno della camera d’albergo di Pecorelli potrebbe essere proprio quel tesoro, la collezione di monete vale oltre 400mila euro. Pecorelli, dal canto suo, non teme l’iscrizione tra gli indagati: “Ho trovato due casse di monete d’oro, ma non ne sono venuto in possesso e dunque sono sereno perché non ho nulla da temere”.



Davide Pecorelli e il tesoro di Montecristo: “Comunicato tutto alla magistratura”

Davide Pecorelli, imprenditore ed ex arbitro della sezione di Arezzo, era andato alla ricerca del famoso tesoro del Conte di Montecristo raccontato nel capolavoro di Dumas. La collezione, che conta circa 500 monete, era stata ritrovata in una chiesa del Grossetano nel 2004, ma nel 2019 fu rubato al museo San Mimiliano di Sovana, luogo ricco di reperti etruschi. Il furto, come riportato dal Corriere della Sera, fu un duro colpo per la comunità. Pecorelli si era messo alla ricerca di questo tesoro e secondo la magistratura ne sarebbe venuto a contatto.



L’ipotesi degli inquirenti è che il 45enne in forti difficoltà economiche, sia rimasto invischiato in una storia di ricettazione di reperti archeologici. Già indagato per sostituzione di persona a seguito della sua permanenza in un hotel all’Isola del Giglio con falsi documenti nei giorni precedenti al suo ritrovamento, Pecorelli si è detto tranquillo: “Il tesoro è nel posto che io ho indicato alla procura, loro sanno tutto, hanno pure le mappe dettagliate dei luoghi dove sono stato nelle mie ricerche in quei giorni dove ho raggiunto l’isola. Ho comunque catalogato tutto e comunicato alla magistratura“.