IL POETA DAVIDE RONDONI (PRESIDENTE COMITATO 800 ANNI SAN FRANCESCO): “CANTICO È LA BASE DELL’OCCIDENTE”

Nel 2026 la Chiesa e il mondo intero celebreranno gli 800 anni dalla nascita di San Francesco d’Assisi, il “Santo Poverello” festeggiato come ogni 4 ottobre nella giornata di ieri con l’apertura straordinaria del Sinodo dei vescovi con Papa Francesco: il Comitato nazionale per la celebrazione dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi è presieduto dal poeta Davide Rondoni e si è riunito ieri ad Assisi, in occasione della festa del Santo Patrono d’Italia, per scegliere il logo ufficiale della manifestazione. La scelta è ricaduta sul logo realizzato dalla grafica riminese Isabella Mannucci che è possibile scorgere nella foto di questo articolo.



Intervistato oggi da “Avvenire” è il poeta Rondoni a spiegare l’importanza di una celebrazione del genere che va ben oltre la semplice “commemorazione” di un grande Santo del passato: «San Francesco rappresenta una vera e propria deflagrazione di vita, di positività, un antidoto contro l’infelicità di questi nostri tempi». Scelto dal Ministero della Cultura proprio perché poeta oltre che profondo studioso dell’opera francescana, Rondoni racconta come San Francesco lasci il suo “segno” ancora oggi nella quotidianità della vita di tutti: con quel Cantico delle Creature si ha ad esempio un esempio originarle misto tra preghiera e testamento spirituale, espresso in poesia «perché è il linguaggio dei santi e dei bambini. Si tratta di un grande dono, una vera deflagrazione di vita in un tempo di difficoltà, di mestizia e di sterilità che attraversa la vita dell’Italia e dell’Europa». Secondo l’esperto, il Cantico è un testo non solo molto studiato ma a rileggerlo oggi «si capisce che in esso affondano le radici dell’intera civiltà occidentale».



VERSO GLI 800 ANNI DALLA NASCITA DI SAN FRANCESCO: “I SUOI VERSI SVELANO LA FELICITÀ”

Le creature per San Francesco, spiega Rondoni, sono legate al Creatore tutte insieme, «un legame che scardina una certa religiosità o spiritualismo estremisti per cui se si vuole amare Dio, o un qualsiasi Dio, bisogna disprezzare il mondo». È poi la cifra del perdono uno degli elementi più importanti generati dal cristianesimo e attualizzati proprio da San Francesco d’Assisi: «Nel Cantico l’uomo entra in scena per una qualità: il perdono. La lode sale a Dio non perché l’uomo è bello o intelligente, ma perché perdona. Il vero uomo è colui che perdona». Sebbene sia piuttosto comune a livello di cultura e opinione pubblica mettere l’Occidente simil-cristiano in contrapposizione con l’Oriente, il messaggio dii San Francesco è invece diametralmente opposto: «ci vogliono convincere che sia in atto uno scontro tra Occidente e Oriente, ma casomai lo è in termini economici e per l’interesse di pochi. Dal punto di vista umano e spirituale il cristianesimo e Francesco sono una grande possibilità di incontro tra Occidente e Oriente», spiega Davide Rondoni.



Secondo il presidente del Comitato nazionale per l’ottavo centenario del Santo Poverello, l’attualità quotidiana è tutt’altro che distante dall’opera francescana: l’occasione di recuperare il messaggio di San Francesco è tanto più utile oggi in una società che vive nel costante “ricatto” della felicità, sottolinea Rondoni. Oggi si insiste molto sul bisogno di essere felici quasi per “forza”, o che la stessa sia a portata di mano e tangibile: «E allora scatta la frustrazione, il senso di fallimento. Francesco invece ci mostra la letizia, che si prova se si sa dove cercare veramente, se si sa guardare fino in fondo la realtà». Con San Francesco si arriva a svelare il “segreto” della felicità: «se vuoi una vita vera, a cosa guardi? Ai soldi, alla bellezza, al potere? Alza lo sguardo, non accontentarti, cerca più in là».