Davide Tabarelli, numero uno di Nomisma, nonchè grande esperto in tema di materie energetiche, è stato intervistato stamane dai microfoni di Weekly, in diretta su Rai Uno: “La crisi non è finita – ha esordito – la guerra è tutt’ora in corso, c’è un problema serio di fornitura dell’Europa. L’inverno scorso ci è andata bene perchè temevano il freddo e un blocco totale della Russia, importavamo tantissimo, tutta Europa, e in particolare Germania e Italia, ora abbiamo dimezzato ma non azzerato. La guerra è in corso – ha continuato Davide Tabarelli – il rischio di un inverno freddo c’è, ricordiamo che l’inflazione è dovuta alla crisi energetica della guerra, quindi ci è andata un po’ bene, dita incrociate, e c’è stato anche un calo forte della domanda forse anche per via della crisi economica”.



Davide Tabarelli ha quindi ripreso la parola per parlare degli interventi del governo per il caro bollette: “Sono interventi non sufficienti perchè sulle bollette c’è ancora un forte sconto degli oneri di sistema, è stato fatto qualcosa ma il problema è molto serio, alle imprese quest’anno è stato tagliato il credito di imposta, l’anno scorso sono stati stanziati 70 miliardi di euro, siamo il Paese più indebitato e questo ci obbliga a fare sempre più crescita, quindi bisogna soppesare”.



DAVIDE TABARELLI: “L’UE CI HA CHIESTO DI RIDURRE GLI AIUTI ALLE FAMIGLIE”

“L’UE ci ha chiesto di ridurre gli aiuti dati alle famiglie – ha continuato Davide Tabarelli – adesso c’è il problema contrario di far scendere l’economia dovuta all’inflazione, che è legato all’offerta: qua serve più produzione e più strutture ma in questi giorni è stata decisa la chiusura del più grande impianto di gas in Europa che è quello di Groningen: è incredibile che venga chiuso senza dire niente. Noi però abbiamo una produzione ai minimi storici, consumiamo 70 e ne produciamo 3, potremmo produrne 20 ma non ce la facciamo”.



Sul libero mercato infine: “Conveniente o meno dobbiamo andare verso la liberalizzazione totale, dobbiamo farlo, la tutela finirà dal primo gennaio 2024, cosa che ne parliamo ormai da 15 anni, è ora di farlo. Bisogna stare attenti ma sì conviene”.