Da oggi i Paesi europei dovranno pagare il gas in rubli o c’è un escamotage? Davide Tabarelli non ha dubbi, non cambierà nulla. Il presidente di Nomisma Energia è intervenuto ai microfoni di Coffee Break: «C’è molta confusione e molta incertezza, credo che non cambierà niente sostanzialmente. I flussi di questa mattina sono regolari. Andremo verso un contenzioso come tanti ce ne sono stati in passati, è una complicazione ulteriore in questo momento difficile, ma non dovrebbe cambiare nulla».



Per quanto riguarda la richiesta di pagare il gas in rubli, per Davide Tabarelli non si tratta di un ricatto di Vladimir Putin, «ma di una normale richiesta come tante in passato. Questi sono contratti che durano 20 anni e oltre, ci saranno litigate enormi su argomenti commerciali». Poi l’esperto si è soffermato sul ruolo di Gazprom Bank, istituto non sanzionato dall’Occidente: «Gazprom è lo strumento più importante dove vengono depositati i soldi che la Russia incassa attraverso le esportazioni di gas. Si tratta sempre di ragioneria, possiamo trovare tutte le soluzioni che vogliamo. Ciò che conta sono i flussi e quelli non vengono toccati».



DAVIDE TABARELLI SUL GAS RUSSO

Nel corso del suo intervento al talk politico di Coffee Break, Davide Tabarelli ha analizzato i problemi di approvvigionamento di gas dalla Russia e ha affermato che l’eventuale interruzione non costituirebbe una tragedia: «Noi abbiamo stimato un calo del Pil del 2% in caso di interruzione, arriviamo dal -9% del Pil con la pandemia: non sarebbe un dramma. Ci sono aziende che hanno chiuso i forni e stanno facendo cassa integrazione. La situazione è estremamente difficile, la decisione è politica». Ma il dato è soprattutto un altro secondo il numero uno di Nomisma Energia: «Siamo in guerra, possiamo dirlo e possiamo farlo. Piuttosto che mandare aerei in Ucraina io preferisco stoppare gli arrivi di gas». 

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