“Era una crisi imprevedibile. Ci abbiamo messo del nostro. L’ansia del cambiamento climatico è la madre di tutto”: così Davide Tabarelli ai microfoni della Verità. Il presidente di Nomisma Energia ha fatto il punto della situazione sul caro-energia e sulle difficoltà affrontate dall’Italia in questa fare. Secondo l’esperto, l’ansia del cambiamento climatico ha indotto i produttori di gas e petrolio a ridurre gli investimenti sulla capacità produttiva. Il risultato è la scarsità dell’offerta e i prezzi salgono. Ma non solo…



“Poi si è aggiunta la questione Russia. Le radici sono lontane, però. L’ambientalismo antindustriale a sinistra ha avuto il sopravvento sulla critica al sistema capitalistico in senso stretto tipica del vecchio partito comunista. Io ho avuto una piacevole discussione con un esponente dei Verdi pochi giorni fa. Vivono nel loro mondo”, ha spiegato Davide Tabarelli: “Enrico Letta è stato ministro dell’Industria nei primi anni Duemila. Ha firmato le prime direttive gas. Ma dopo 22 anni lo vedo poco attento alle questioni industriali. Da qui nasce anche la “distrazione europea” espressa dalla von der Leyen e da Timmermans. Per non parlare degli ambientalisti al governo in Germania”.



DAVIDE TABARELLI A TUTTO TONDO

Nel corso del dialogo con il giornale, Davide Tabarelli ha spiegato cosa farebbe se fosse chiamato a gestire l’emergenza. “Si fa subito un esercizio. Il piano di razionamento per i mesi di gennaio e febbraio nel caso in cui i picchi di domanda superino i 400 milioni di metri cubi di gas al giorno. È in quei mesi che fa più freddo”, l’analisi del numero uno di Nomisma Energia: “È allora che le scorte cominciano a calare. Se non hai pressione sulle scorte perché le hai utilizzate prima, devi tagliare la domanda. Serve un elenco accurato e dettagliato di tutti gli stabilimenti con capacità di consumo e possibilità di interruzione dei relativi cicli produttivi. Se sì, per quanto tempo. Da qui si individuano le aree da tagliare. Ovviamente ipotizzando indennizzi adeguati per i danni delle eventuali interruzioni. Il compito varia a seconda di quanti milioni di metri cubi al giorno devono essere recuperati. Bisogna essere preparati a tutto. Magari siamo fortunati. Il gas dalla Russia arriva e non farà freddissimo. Magari arriva la recessione e i consumi diminuiscono”. Secondo Davide Tabarelli bisogna iniziare anche ad agire sul carbone, mentre ha tenuto a precisare a proposito del costo del gas estratto in Italia: “Costerebbe 10 euro a megawattora? Ho sbagliato  In realtà gli euro sarebbero 5. Sia chiaro; non è che producendo 4 miliardi di metri cubi in più in Italia il prezzo crolla. Ma farebbero comunque Pil e alimenterebbero le entrate fiscali”. Poi una battuta sulle rinnovabili: “Sia chiaro, facciamo le rinnovabili là dove possono essere realizzate. E finiamola con l’alibi di mettere in croce le soprintendenze. Questi impianti sono “invasivi”. Il paesaggio, soprattutto in Italia, ha un valore economico. Si ritorna sempre lì. Al tema della densità energetica. Quello che tu fai su 500 ettari con un impianto fotovoltaico lo fai in una normale centrale convenzionale che occupa mezzo ettaro”.

Leggi anche

SCENARIO GAS/ Ucraina, eolico e i rischi per l'inverno europeo