Torna il rischio geopolitico per gas e petrolio, perentorio Davide Tabarelli. Sulle colonne del Sole 24 Ore, il presidente di Nomisma Energia si è soffermato sul ribasso dei prezzi del petrolio dopo la crisi innescata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre. I conti non tornano secondo l’esperto, considerando che la crescita del 2023 è di proporzioni storiche: “Un più 2,4 milioni barili giorno, più di due volte i consumi dell’Italia, ad un nuovo massimo storico di 102 milioni, il 60% in più rispetto al 1973, e la crescita proviene un po’ da tutte le aree, ad eccezione dell’Europa, alle prese con una decrescita poco felice”.



Tabarelli si è soffermato sulla riunione annuale dell’Opec in programma la prossima settimana, il 26 novembre, allargata all’altro gruppo di produttori, dove domina la Russia. L’esperto ha evidenziato che verrà decisa “un’estensione degli attuali accordi che prevedono un taglio dell’offerta, per complessivi 2 milioni barili giorno, a cui si aggiunto quello saudita unilaterale da 1 milione, annunciato lo scorso giugno”.



Il punto di vista di Tabarelli

La Russia e le sue esportazioni tornano ad essere l’elemento più ribassista, ha proseguito Tabarelli, perché l’embargo è firmato solo da G7 e Ue. Mosca ha venduto a Cina e India, mentre le importazioni del Medio Oriente hanno visto protagonista l’Europa. E ancora, la produzione fisica di petrolio dagli Stati Uniti. “Poi arrivano le nuove produzioni, quelle partite addirittura 10 anni fa, quando i prezzi erano ancora sopra i 100 dollari”, ha evidenziato Tabarelli: “Si tratta soprattutto dei grandi giacimenti in mare aperto in Guyana e di fronte al Brasile, in bacini salini difficili da sviluppare, perché in formazioni nascoste e in acque profonde. La produzione del Brasile è così salita a 3,7 milioni barili giorno, 0,6 in più in un anno. Farà piacere sapere agli italiani, in particolare a quelli di Ravenna, il distretto petrolifero italiano dimenticato, che ad uno dei giacimenti portati in produzione è stato dato il nome di Anita Garibaldi, la moglie brasiliana, anche lei rivoluzionaria, del nostro eroe del Risorgimento”. L’esperto ha aggiunto: “Grazie anche a queste produzioni lontane il mondo può tirare un sospiro di sollievo e, per il momento, considerare ininfluente la crisi sui prezzi dell’energia che, al contrario, stanno scendendo, raffreddando, quasi gelando, l’inflazione”.

Leggi anche

SCENARIO GAS/ Ucraina, eolico e i rischi per l'inverno europeo