Anche Davide Van De Sfroos, apprezzato cantautore e, come viene definito dai suoi fan “poeta dell’anima”, ha voluto fare una fotografia dell’attuale situazione che stiamo vivendo, nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus. Il suo è esattamente il racconto del nostro tempo e delle nostre vite, minacciate e rallentate da un virus che si è insinuato nel nostro quotidiano, distruggendo parte di esso ed avendo la meglio su tutto il resto. Con grande maestria, Davide Van De Sfroos usa la penna per muovere la parola ma al tempo stesso lanciare anche una provocazione nonché un invito alla riflessione, interpellandoci su ciò che in queste difficile e complesse giornate sta accadendo. “Questo mondo non finirà con uno starnuto, ma con la corsa folle sopra chi è caduto”, esordisce così il lungo post Facebook di Van De Sfroos che ripercorre i meandri della paura del nostro tempo arrivando a quelle che sono le pratiche di buona condotta da adottare nella quotidianità. “Disinfetta ogni sospiro se non vuoi morire a rate…. scaccia i germi a pedate, denuncia il vicino, scappa da ogni bambino che tossisce o che non tace”, scrive, usando rime sempre vincenti e mai banali. “Tossisco nella piega del gomito, sto a distanza, non ti stringo, non ti parlo, non ti bacio, non ti saluto…e alla fine, il Germe sono io… ogni volta che non ti vedo, che non ti sorrido, che non ti aiuto”, aggiunge, trovando il vero responsabile del nostro tempo, che non è il Coronavirus bensì noi stessi.



DAVIDE VAN DE SFROOS, E IL CORONAVIRUS: IL POST SU FACEBOOK

Davide Van De Sfroos punta poi il dito contro l’allarmismo diffuso tramite i mass-media: “Il Serpente Boia dell’informazione isterica, abrasiva, magnetica, statica, ipertrofica e catastrofica… piano piano perde forza e non mi stringe più tra le sue spire”. C’è spazio anche per mascherine ed Amuchina nel pamphlet del musicista e cantautore: “Tolgo una mascherina e infilo una maschera da Mamuthone, da Bell, da Brütt, da Zorro, Arlecchino….. l’Amuchina me spalmo nel cervello, me la spruzzo sopra il cuore, è lì che devo disinfettare…. lava bene le mani, lava bene le mani, lava bene le mani….. che siano pronte a sporcarsi di ogni cosa, come ogni giorno da vivente che accetta il suo tutto… e svende il suo niente”. Ironizza, in maniera elegante, sull’assalto ai supermercati vissuto nei primi giorni dell’allarme: “Si capisce perfino che 40 kg di pasta in un carrello non sono un baluardo così valido, perché in attesa di un vaccino, non ti proteggerai coi carboidrati”. Ed a proposito del vaccino, non quello contro il Coronavirus per il quale spera possa giungere presto, dice bene Davide: “Un giorno, probabilmente il Pianeta troverà il vaccino contro l’HOMOVIRUS e si libererà definitivamente di noi, visto che non ci siamo comportati con esso in modo tanto diverso dal nostro grande nemico del momento”. Nelle sue parole si sente tutto il ritmo e la musica nei quali trovano spazio i suoi pensieri e gli interrogativi, ponendo l’accento sul vero male del nostro tempo.



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