OGGI PRIMA UDIENZA PROCESSO A PIERCAMILLO DAVIGO

Al via oggi a Brescia la prima udienza del processo contro Piercamillo Davigo, ex magistrato del pool di “Mani Pulite” ed ex consigliere Csm, accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in merito al caso Amara-Loggia Ungheria.

Davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Brescia, Davigo si vede per la prima volta lui sul banco degli imputati con l’accusa di aver sostanzialmente rivelato e diffuso da componente in carico del Consiglio Superiore di Magistratura – «in modo informale e senza alcuna ragione ufficiale», si legge nel capo di imputazione – alcuni verbali segreti: in questo modo, avrebbe «violato i propri doveri e abusato delle sue qualità». Il caso è arci-noto e riguarda i famosi “verbali segreti” dell’ex avvocato esterno di Eni Piero Amara: tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, in qualità di teste per il processo Eni-Nigeria, Amara aveva raccontato ai magistrati di Milano Laura Pedio e Paolo Storari della fantomatica e presunta “Loggia Ungheria” a cui appartengono magistrati, imprenditori, banchieri, politici, militari e funzionari dello Stato. Ebbene, Storari – indagato anche lui dai pm di Brescia ma già assolto in data 7 marzo con rito abbreviato – ritenne che l’aggiunto Pedio e l’allora procuratore di Milano Francesco Greco avrebbero rallentato le indagini (per non indebolire la figura di Amara, decisiva per il processo poi conclusosi in un nulla di fatto contro Eni, ndr) e così nell’aprile 2020 consegnò i verbali a Piercamillo navigo tramite una copia in word.

PROCESSO DAVIGO “SHOW”, AMMESSE LE TELECAMERE

In Aula oggi a Brescia la difesa di Davigo ha ribadito che quei verbali vennero inviate in modo legittimo in quanto membro del Csm (a cui il segreto non sarebbe opponibile): il presidente del collegio di Brescia, il giudice Roberto Spanò, ha ammesso le telecamere in aula, presenza a cui si sono opposti solo i pm Donato Greco e Francesco Milanesi.

Il processo a Davigo rischia di divenire un nuovo “dibattito show” con due parti ben divise tra loro: da un lato Storari e Davigo, dall’altra gli ex e attuali vertici della maxi Procura di Milano: in particolare, segnala Ferrarella sul “Corriere della Sera”, Greco (archiviato, oggi in pensione), la vice Pedio (chiesta archiviazione), l’altro vice De Pasquale (indagato a Brescia come Storari). Saranno infatti tutti chiamati come testimoni, così come altri illustri volti della magistratura italiana: nello specifico, rivela il “CorSera”, «il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, il primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, il vicepresidente del Csm, David Ermini, i consiglieri Giuseppe Marra, Ilaria Pepe, Giuseppe Cascini, Nino Di Matteo, Fulvio Gigliotti e Stefano Cavanna, il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, più la segretaria di Davigo al Csm Marcella Contrafatto, e i due giornalisti del Fatto Quotidiano e Repubblica che ricevettero anonimi con le copie dei verbali».