IL “PIANO CARCERI” DELL’EX TANGENTOPOLI: COSA HA DETTO DAVIGO ALLA FESTA DEL FATTO QUOTIDIANO

Forse sbagliamo noi a stupirci che una “proposta” sul sovrallenamento delle celle che arriva da chi ritiene che non esistono innocenti, «ma solo colpevoli non ancora scoperti» sia profondamente choc: eppure quello che Piercamillo Davigo ha raccontato alla festa del “Fatto Quotidiano” vale la pena riportarlo, sia per dovere di cronaca e sia per dovere di “allarme” verso una linea di pensiero che esce dalla sempiterna battaglia tra “garantisti” e “giustizialisti”.



Contesto: palco della festa annuale del quotidiano di Marco Travaglio, titolo dell’incontro “Giustizia leggi e bavagli”, ospiti l’ex pm del pool “Mani Pulite” Davigo (da poco condannato in appello per il caso della presunta Loggia Ungheria) e il deputato di Azione Enrico Costa. Sulla carta, parterre perfetto per provare a fare emergere le ragioni di una maggiore attenzione al fronte giustizialista e quelle più vicine alla sensibilità garantista a tutela del cittadino per cui vale la presunzione d’innocenza. Il problema è quando si è arrivati a parlare del caos carceri, con la maggior parte degli istituti penitenziari che risultano (se va bene) sovraffollate tra celle e con mancanza di agenti nel personale: in primo luogo, Davigo nega sostanzialmente il problema del sovraffollamento (che è parte delle tragiche cause che purtroppo ogni anno portano numeri abnormi di suicidi in cella).



«Il problema è che si considera per ogni detenuto lo stesso spazio considerato per un abitante di un’ abitazione normale, cioè 9 metri quadrati»: per l’ex magistrato non si possono ritenere le carceri troppo piene – che “consiglierebbe” lo stop agli arresti preventivi – in quanto il calcolo fatto viene fatto su una casa normale con normali cittadini. Per Davigo tutta questa “normalità” il detenuto non ha il diritto di averla: per loro, prosegue, «ne basterebbero 3 (di metri quadri a testa, ndr), quello è davvero lo standard». Secondo l’ex pm di Tangentopoli dunque per risolvere il problema delle carceri legato ai numeri basterebbe rivedere le cifre con una grandezza minore di spazio vitale nelle singole celle: crediamo di non dover aggiungere nulla, si commenta da sola come “proposta”.



PIERCAMILLO DAVIGO E IL DIALOGO “SURREALE” CON IL GARANTISTA COSTA

Anche a partire dalla “proposta” sullo spazio da ridurre nelle carceri per i detenuti è scattato il dialogo serrato fra Davigo e Costa, con quest’ultimo interrotto più volte da una platea ampiamente più simpatizzante con le tesi del magistrato. Secondo il parlamentare il sistema giuridico italiano deve il più possibile evitare i cosiddetti “errori giudiziari” che funestano ogni anno il mondo della giustizia nostrana: i numeri sono choccanti in quanto circa il 50% dei condannati in primo grado viene poi assolto in appello, con relative spese al 30% dei richiedenti sul ricorso per l’ingiusta detenzione.

È a partire da questi numeri che Davigo obietta seccato, «Anche a costo di perderne 3mila, magari assassini?»: per l’ex pm arrivare a limitare ulteriormente la custodia cautelare preventiva non può e non deve essere la soluzione, neanche se in questo modo si garantisce una maggiore equità e giustizia per migliaia di innocenti. Per Costa infatti «anche una sola persona innocente non può essere sacrificata». Sul fronte giustizialista, Piercamillo Davigo ritiene errate praticamente tutte le riforme del ministro Nordio, così come le proposte ancora in itinere (tra l’altro alcune presentate proprio dallo stesso Costa, ndr): «serve prendere dagli Stati Uniti», incalza l’ex pm, dove esiste il processo accusatorio che scatta sempre con l’arresto, «poi semmai si esce su cauzione e se uno non si presenta lo mettono dentro per oltraggio alla corte. Come lo trovano? E dove scappa?». Il riferimento è all’indagato come sempre colpevole a prescindere: non da oggi Davigo insiste sulla “presunzione di colpevolezza”, l’incontrario della Costituzione e della tesi garantista.