La notizia di Piercamillo Davigo indagato per rivelazione di segreto d’ufficio – sul caso Csm-Amara – era nell’aria da settimana, ma ora che è divenuta ufficiale viene immediatamente “ridimensionata” dal suo avvocato difensore, Francesco Borasi: «sono sorpreso in realtà», spiega all’Adnkronos, «Nutro una perplessità profonda sui fatti contestati». Citando Fouché, il legale di Davigo ribadisce «È molto peggio di un crimine, è una stupidaggine. Questo sì lo posso dire. Davigo è l’uomo più limpido d’Europa. Non c’è neanche una nube nel pensiero di Davigo».



L’ex consigliere Csm è indagato dalla Procura di Brescia per aver parlato dei famosi verbali di Amara sulla presunta “Loggia Ungheria” dopo esserne venuto in possesso dal pm di Milano Paolo Storari (anche lui indagato a Brescia, ndr): l’ex Mani Pulite ne avrebbe discusso con il vicepresidente Csm David Ermini, con il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio, con il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, con il presidente dell’Antimafia Nicola Morra e con diversi altri consiglieri. È solo però dopo averne parlato con Nino Di Matteo che quest’ultimo rese pubblica la presenza di tali verbali in plenum Csm, spiegando di aver presentato un esposto alla Procura di Perugia (competente delle indagini sui magistrati romani), ponendo così fine al “giro” dei verbali Amara tenuti semi-nascosti da Davigo.



DAVIGO-CSM, E ORA COSA SUCCEDE?

Diverse le reazioni successive all’indagine nei confronti di Piercamllio Davigo, tanto giudiziarie quanto politiche: al momento resta comunque da capire come si evolveranno le indagini che coinvolgono ben 4 procure (Milano, Brescia, Perugia, Roma) e un numero elevatissimo di testimoni/persone informate sui fatti. «Oltre a pm e giudici, saranno ascoltati i procuratori aggiunti e, al termine, sarà convocato lo stesso Greco», spiega il focus del “Corriere della Sera”. Intanto una frecciata contro Davigo arriva da Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione Camere penali: «Da questo momento il dottor Davigo è assistito da una presunzione di non colpevolezza, che è una cosa che immagino lo metta un po’ a disagio, ma magari ne apprezzerà finalmente l’importanza». Per il renziano Ettore Rosato invece, «Per i giustizialisti sarebbe già condannato. Ma noi crediamo nella Costituzione, nell’articolo 27, nella civiltà giuridica che rappresenta».

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