Arrivano importanti aggiornamenti sul caso Piercamillo Davigo-Csm. La seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha respinto il ricorso dell’ex consigliere, che ha iniziato una battaglia legale dopo la decadenza dal Consiglio a seguito del suo pensionamento per raggiunti limiti d’età.

Questo quanto sostenuto dal tribunale in merito al ricorso di Davigo: «Per il componente togato (del Csm, ndr) l’appartenenza all’ordine giudiziario costituisce un presupposto intrinseco e indefettibile della costituzione e del funzionamento dell’organismo consiliare, che ne caratterizza la funzione di garanzia. Perciò quel presupposto non solo deve sussistere al momento in cui l’organo si forma, ma deve permanere anche per tutta la durata della carica del consigliere togato».



Davigo, tribunale respinge ricorso per Csm

Il Dubbio mette in risalto che nessuna delle motivazioni addotte da Piercamillo Davigo è stata considerata meritevole di accoglimento. Ricordiamo che l’ex consigliere aveva tentato di sollevare la questione di legittimità costituzionale degli articoli 30,32, 37 e 39 della legge 195/ 1958. Una delle motivazioni più importanti alla base della decisione del tribunale è legata al fatto che, contrariamente a quanto sostenuto dall’ex pubblico ministero di Mani Pulite, la cessazione della carica di consigliere non debba essere prevista da una norma di rango costituzionale, considerando che sul punto non è prevista alcuna riserva di legge costituzionale. Adesso Davigo ha 30 giorni per impugnare l’ordinanza davanti alla Corte di Appello di Roma.



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