Piercamillo Davigo da domani andrà in pensione: l’ex pm di Mani Pulite non potrà più continuare a fare parte del Csm. La decisione è arrivata oggi nel Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura: 13 voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti. Niente più toga sulle spalle, dunque: come riportano i colleghi di Repubblica, contrari alla permanenza di Davigo il vice presidente Ermini, i due vertici della Cassazione, Nino Di Matteo, i due consiglieri di Unicost, i tre di Magistratura indipendente, i 2 laici di Forza Italia, il laico della Lega Basile, Donati laico di M5s. Al fianco del 70enne, invece, i tre di Autonomia e indipendenza, due di Area ed il laico del M5s Gigliotti. Rai News riporta che Davigo sarà sostituito da Carmelo Celentano, sostituto procuratore generale presso la corte di Cassazione.
CSM, IL PLENUM MANDA IN PENSIONE DAVIGO
«Questa è una decisione dolorosa e amara, ma inevitabile, la Costituzione ci costringe a rinunciare a Davigo», ha spiegato Ermini, che ha ribadito come la Carta preveda come requisito soggettivo il possesso dello status di magistrato ordinario, posseduto al momento dell’elezione e mantenuto in seguito per l’equilibrio necessario tra togati e laici. «Se i togati perdono questa qualità, si altera il rapporto tra togati e laici di due terzi e un terzo, violando l’equilibrio tra i poteri, al punto di ipotizzare un Consiglio Superiore della Magistratura senza magistrati e quindi una magistratura eterogovernata», il commento di Ermini. Come spiega Repubblica, particolarmente netto l’intervento del primo presidente Pietro Curzio: «Il pensionamento fa venir meno lo status di magistrato ordinario e comporta quindi il venir meno delle funzioni giudiziarie e di componente del Csm. La durata di 4 anni riguarda l’organo nel suo complesso, e non i suoi componenti., la cui durata può essere più breve».