Proseguono i dialoghi fra la Cina e gli Usa in merito ai dazi, e nel contempo, continua la guerra commerciale fra le due potenze mondiali. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è uscito di recente allo scoperto dispensando un moderato ottimismo rispetto alle dichiarazioni di soltanto poche ore prima: «Sapremo in 3-4 settimane se le trattative commerciali con la Cina avranno successo. Mi sento – aggiunge e conclude, come riporta l’agenzia Ansa – che avranno successo». Al momento la situazione è questa: pochi giorni fa gli Usa hanno imposto dazi al 25% (prima erano del 10%), su circa 200 miliardi di prodotti Made in China, una decisione che ha indotto Pechino a replicare a sua volta, con nuovi dazi su 60 miliardi di prodotti Made in Usa. Una mossa che ha creato non poco scompiglio nelle borse mondiali, europee comprese, vista l’economia già debole, con le banche centrali messe all’angolo, come sottolinea Il Messaggero. Donald Trump aveva invitato la Cina a non replicare ai dazi, ma Xi Jinping ha ignorato l’avviso rispondendo colpo su colpo. «L’accordo era quasi fatto e avete fatto un passo indietro – la precedente reazione via Twitter del commander in chief – evitate ritorsioni, o sarà solo peggio», avvertendo poi Pechino sul rischio che numerose sue aziende possano fuggire in «Vietnam o verso altri stati asiatici». Peccato però, come detto sopra, che la Cina non abbia accolto l’avvertimento dello “straniero”, facendo salire i dazi dal 10% al 25% (la stessa mossa Usa): «Non soccomberemo alla pressione straniera – le parole del portavoce del ministero – siamo determinati e capaci di salvaguardare i nostri legittimi diritti e interessi. Continuiamo ad augurarci che gli Stati Uniti ci vengano incontro a metà strada». La speranza è che il prossimo giugno, durante il G20 del Giappone, si possa trovare una soluzione che possa andare bene alle due nazioni, con la mediazione degli altri “potenti”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
DAZI, CINA VS USA: GUERRA COMMERCIALE IN CORSO
Non sembra avere fine la guerra dei dazi tra Usa e Cina. La vendetta di Pechino ha mandato a picco Wall Street ma non solo: le quotazioni di tutti i principali prodotti agricoli sono in caduta libera, dalla soia alla carne passando per mais e grano. E Coldiretti lancia l’allarme, come riporta Il Messaggero: «Il nuovo round negoziale con la Cina sta costando caro agli agricoltori americani, con le esportazioni di soia in Cina che sono scese a un minimo degli ultimi 16 anni nel 2018, mentre i prezzi futures al Chicago Board of Trade hanno raggiunto i minimi degli ultimi 11 anni». E Coldiretti evidenzia: «Una guerra planetaria che rischia di sconvolgere gli equilibri commerciali internazionali, e va quindi attentamente monitorata da parte dell’Unione Europea, per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie anche a livello comunitario». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA VENDETTA SUGLI USA
Guerra dei dazi tra Cina e Usa: non si è fatta attendere la risposta da parte di Pechino all’ultima mossa di Donald Trump dopo che l’inquilino delle Casa Bianca aveva fatto scattare le nuove misure su diversi prodotti asiatici. E così Xi Jinping ha ordinato una stretta da oltre 60 miliardi di dollari su alcuni beni a stelle e strisce che dunque dal prossimo 1° giugno avranno dazi maggiorati: è questa la contromossa del leader cinese, resa nota attraverso un comunicato emanato nelle ultime ore da parte del Ministero del Commercio del Paese del Dragone. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno su Wall Street, facendo immediatamente calare i titoli di Boeing ed Apple (-4,75%) e facendo perdere circa 470 ai future sul Dow Jones e trascinando giù anche l’indice Nasdaq 100 che ha perso quasi il 2,3%. Come si apprende dalla stessa nota ministeriale, la decisione è stata presa dalla Commissione sulle Tariffe Doganali come risposta alla mossa statunitense che è diventata effettiva dallo scorso venerdì.
DURA RISPOSTA DELLA CINA SUI DAZI
Insomma la “vendetta” del Consiglio di Stato cinese è stata durissima dopo che Trump aveva deciso per l’innalzamento dei dazi sull’import dal 10 al 25% dei prodotti Made in China: scelta considerata da Pechino “in contrasto col consenso delle parti di risolvere le divergenze commerciali attraverso delle consultazioni” e che quindi ha portato Xi Jinping ad adeguare di conseguenze le tariffe, per replicare a quella che è stata definita una mossa “unilaterale e protezionistica” su diversi prodotti che nel Paese asiatico arrivano da Oltreoceano. Nello specifico si tratta di un elenco di ben 2493 beni e anche in questo caso i dazi sono stati incrementati fino al 25%. Ad ogni modo, sempre nella suddetta nota proprio i vertici di Pechino lasciano aperto uno spiraglio, auspicando che la controparte di Washington possa fare un passo indietro e tornar sulla propria decisione al fine di trovare un accordo “reciprocamente vantaggioso e basato sul rispetto”.