La politica commerciale dei dazi di Donald Trump rischia di danneggiare l’economia dei prodotti italiani esportati in Paesi Oltreoceano, proprio come l’America stessa. Una guerra che si potrebbe definire puramente “geo commerciale e geopolitica”, con il rischio di conseguenze estreme all’intero made in Italy.
Durante un Question Time, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha riferito che la scelta del Presidente americano Trump potrebbe arrecare degli ingenti danni economici non solo al made in Italy alle intere imprese dell’Unione Europea. La preoccupazione si ripercuote sui prodotti primari e non destinati al mercato del lusso.
I dazi di Trump minacciano i prodotti italiani?
La strategia di applicare e aumentare i dazi in Europa da parte di Trump, danneggerà gran parte dei prodotti italiani, a partire dal pecorino romano. L’analisi arriva direttamente da Nomisma per Cia-Agricoltori Italiani, secondo il quale non ci sarebbe via di scampo.
Ma i formaggi non sarebbero gli unici a poter esser sostituiti, tra i prodotti del made in Italy con forti conseguenze economiche ci sarebbero gli aceti, gli oli, il sidro di mele e i vini Dop (come il prosecco, giusto per fare un esempio).
L’export dei prodotti targati made in Italy ha un’importanza notevole nell’intero continente americano, considerando gli USA comprerebbero il 98% di scorte di vini prevalentemente italiani, da destinare non solo alle grandi catene GDO ma soprattutto ai ristoranti ubicati in America.
La posizione più contenuta è del vicepremier Matteo Salvini, che ha ricordato di quanto ai tempi con Biden il nostro Bel Paese riuscì a contrattare applicando l’esenzione sui dazi per determinati prodotti, come ad esempio sui vini.
Altri partiti politici invece, piuttosto che sperare di replicare quanto accaduto in passato, vogliono adottare una strategia che possa funzionare su tutto il territorio europeo. Uno tra i più grandi produttori del settore e di Sagrantino, Arnaldo Caprai di Montefalco, si è mosso con anticipo: vendendo agli USA, l’intera merce fino a copertura dei primi 3 mesi dell’anno 2026.
Altre aziende invece, come ad esempio la Pasqua Vini ubicata in Veneto, ha deciso di diversificare la vendita dei suoi prodotti estendendola in altri mercati di altri Paesi, evitando l’effetto Dazi di Trump.