COSA CONTIENE IL TESTO
Sono in tutto 5 gli articoli di cui dispone la proposta di testo unificato come testo base al ddl cannabis, votato da Pd, M5s, LeU, Radicali con Italia Viva astenuta e Centrodestra contrario: il testo è frutto della mediazione tra le diverse posiziono in maggioranza e rappresenta una sintesi delle precedenti 3 proposte di legge presentate dal 2019 fino all’8 settembre 2021. La prima a firma del radicale Magi, la seconda di Licatini del M5s e infine il testo a prima firma del capogruppo leghista Molinari, anche se il Carroccio ha chiesto e ottenuto che il suo testo venisse ‘disallineato’.
La novità principale riguarda per l’appunto la coltivazione per uso personale: «Sono consentite a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto». Sul fronte sanzioni, il ddl prevede che chiunque munito dell’autorizzazione a coltivare cannabis «illecitamente cede, mette o procura che altri metta in commercio le sostanze o le preparazioni è punito con la reclusione da 8 a 20 anni e con la multa da 30.000 a 300.000 euro». Pena invece molto meno pesante – con reclusione da 3 a 12 anni e multa da 20mila a 250mila – se le attività illecite riguardano le sostanze come la cannabis. Chiunque infatti commetta un reato «per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione fino a due anni e della multa fino a euro 10.000. Si applica la reclusione fino a un anno e la multa fino a euro 6.500 nei casi di cannabis. Quando il delitto è stato commesso da persona tossicodipendente o da assuntore abituale di sostanze stupefacenti o psicotrope, la cui condizione è stata certificata da una struttura sanitaria pubblica o da una struttura privata autorizzata, il giudice, con la sentenza di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, su richiesta dell’imputato e sentito il pubblico ministero, qualora non debba essere concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena, può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità». (agg. di Niccolò Magnani)
ARRIVA ALLA CAMERA IL TESTO BASE SUL DDL CANNABIS
Arrivano importanti aggiornamenti sul ddl cannabis, una delle iniziative di legge più divisive all’interno del Parlamento. Come reso noto da Mario Perantoni, esponente del Movimento 5 Stelle e relatore del provvedimento, la commissione Giustizia della Camera ha adottato il testo base. Ricordiamo che il ddl prevede la depenalizzazione della coltivazione di massimo quattro piante di cannabis.
«La coltivazione in casa di canapa è fondamentale per i malati che ne devono fare uso terapeutico e che spesso non la trovano disponibile oltre che per combattere lo spaccio ed il conseguente sottobosco criminale», ha spiegato Perantoni, sottolineando che il ddl cannabis contribuisce a diminuire le sanzioni per fatti di lievi entità e aumenta da sei a dieci anni le pene per i reati «connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis».
DDL CANNABIS, LE PRIME REAZIONI
Il ddl cannabis ha diviso il Parlamento in due: da una parte il Centrosinistra, a favore, dall’altra il Centrodestra, contrario. Unica voce fuori dal coro all’interno della coalizione composta da Lega, FI, FdI e Coraggio Italia è stata quella di Elio Vito, euforico su Twitter: «Testo base ddl Perantoni approvato! Ringrazio il mio gruppo, Forza Italia alla Camera, ed il capogruppo Roberto Occhiuto di avermi dato l’opportunità di manifestare il mio voto favorevole, in coerenza con la mia storia e le mie convinzioni radicali ed antiproibizioniste».
In questi minuti sono arrivate le prime reazioni sul ddl cannabis, Marco Furfaro del Partito Democratico esulta: «Una notizia importante: è stato approvato in comm. giustizia il testo base sulla cannabis che depenalizza la coltivazione domestica. Una norma di civiltà per i malati che ne devono fare uso terapeutico e fondamentale per combattere la criminalità organizzata. Ora avanti in aula».