Per i caregiver la matassa si sta finalmente sbrogliando in quanto la commissione Affari sociali della Camera è in dirittura di arrivo con l’acquisizione dei vari pareri delle Audizioni sulle 9 proposte di legge pervenute recanti “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell’attività di assistenza e di cura svolta dal caregiver familiare”. In audizione, infatti, il contributo ha consentito in seguito a un’analisi dei testi comparata approfondita, anche in collaborazione con Comellini di Osperdi, la valorizzazione di alcune priorità funzionali alla definizione di un Testo Unico, sintesi dei ddl presentati.



La prima questione che si è posta all’attenzione della Commissione riguarda a norma istitutiva che già riconosce la figura del caregiver familiare, precisamente la legge 205/2017. Nel merito, per come emerge dalle PDL in esame, è intenzione di questo Parlamento tutelare la figura unica del caregiver familiare, uno per nucleo familiare e non volontaria e gratuita, e che non può essere confusa con altre figure analoghe connotate da formale inquadramento lavorativo. Pertanto occorre porre molta attenzione all’introduzione di eventuali figure come gli “assistenti familiari” o i “volontari di cura” che, ove richiamati, devono essere inquadrati in definite categorie occupazionali con garanzia della loro formazione professionale o della necessaria corrispondenza al quadro nazionale delle qualificazioni di cui al decreto del ministero del Lavoro del 8/1/2018.



Altra questione fondamentale è il requisito indispensabile della convivenza con la persona con disabilità legata da parentela o affinità richiamata dall’art. 78 del codice civile e dalla legge 76/2016, dunque il diritto in materia di affinità unita civilmente, al fine di tutelare nel ruolo di caregiver familiare anche la persona convivente, con la persona con disabilità priva di un proprio sostegno familiare ma unita civilmente al proprio congiunto.

Per quanto riguarda la posizione previdenziale si può estendere le norme della legge 104/92 per cui un certo numero di ore/giornata di assistenza nel caso di un caregiver familiare iscritto a una forma di previdenza obbligatoria siano sottoposte a un regime di contribuzione figurativa. Per il caregiver familiare, privo di una copertura previdenziale pubblica, si può prevedere l’iscrizione alla gestione speciale Inps con a suo carico i pagamenti dei contributi. In alternativa un’iscrizione al Fondo casalinghi (istituito nel 1997) presso Inps, pur considerando che è in essere un Fondo volontario con risorse limitate.



In estrema sintesi, il Governo per sveltire la norma può realizzare una procedura già definibile per decreto interministeriale di natura non regolamentare, a firma del ministro del Lavoro che ha la vigilanza sull’Inps, o per Dpcm, sempre con il concerto dei ministeri del Lavoro, della Famiglia e della Salute e con tale decreto deve individuare la platea esatta di riferimento su base censuaria e non statistica, tra soggetti di cui al l’articolo 1 comma 255 della legge 205 del 2017, che ne faranno domanda sulla base del prerequisito della convivenza con l’assistito a far data dall’accertamento della condizione di disabilità di questi.

Alla procedura di domanda del caregiver familiare consegue una valutazione per atti (elementi di stato di famiglia e condizione occupazionale e socioeconomica della persona) alla quale si affianca una valutazione multidimensionale e multidisciplinare atta a individuare bisogni e prospettive in ragione del contesto di vita e familiare dichiarato e accertato, del caregiver gamiliare unico, purché convivente con la persona con disabilità che questi assiste. Il Parlamento potrà delegare il Governo a definire le misure di sostegno occorrenti in una visione attenta e coordinata con la stabilizzazione (non con la sperimentazione) delle procedure consolidate individuate dalla riforma dettata dalla legge delega sulla disabilità (il dlgs 62/2024) ove il caregiver familiare diviene parte del progetto di vita del suo assistito, con le forme di autonomia differenziata in ragione della certezza dei Livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti a tutti i cittadini in modo uguale. Ogni due anni il Parlamento e il Governo sono impegnati nella valutazione dei dati periodicamente raccolti, con il fine di mantenere in efficienza il sistema di monitoraggio dell’assicurazione del soddisfacimento dei bisogni del caregiver familiare e, quindi, con Legge di bilancio annuale individuare le risorse occorrenti.

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