Il Governo ancora non si è espresso sul ddl Eutanasia e per questo motivo slitta ancora una volta l’approdo alla Camera del testo “richiesto” dalla Corte Costituzionale: la notizia arriva da Montecitorio dove le Commissioni Giustizia e Affari sociali hanno incaricato – nella giornata di mercoledì – i presidenti Mario Perantoni e Marialucia Lorefice di scrivere una lettera al presidente Roberto Fico. Nella missiva si legge appunto la richiesta di slittamento dell’approdo in aula del Ddl sul suicidio assistito, previsto in un primo tempo per la giornata di lunedì 25 ottobre.
La decisione dell’Ufficio di Presidenza è stata presa proprio perché le Commission ancora non hanno cominciato l’iter sugli emendamenti da votare, in mancanza dei pareri espressi dall’esecutivo. «Il governo Draghi non ha provveduto a inviare i pareri sugli emendamenti al suicidio assistito che oggi le Commissioni avrebbero dovuto iniziare a votare», spiega il relatore Alfredo Bazoli (Pd). Molto polemico il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, che su Twitter attacca, «che strano sono passati solo 3 anni da quando la Consulta chiede al Parlamento di esprimersi».
DDL EUTANASIA, ORA COSA SUCCEDE
In giornata è giunto anche il commento del Presidente della Commissione Giustizia in quota M5s, Mario Perantoni, dopo la conferma dell’ulteriore slittamento dell’approdo in Aula del Ddl Eutanasia: «Si tratta di un ritardo sul quale ho già avuto modo di condividere in Aula le perplessità espresse e che purtroppo impone un rinvio». Gli stessi capigruppo M5s in Commissione (Sportiello e Satta, ndr) chiedono poi che dalla prossima settimana «possa riprendere la discussione: il Paese chiede da troppo tempo una legge di civiltà che gli italiani aspettano da tempo. Il Parlamento ha il dovere non solo di rispondere alla domanda arrivata da centinaia di migliaia di italiani che hanno aderito al referendum, ma anche di colmare il vuoto normativo venutosi a crea in seguito a creare in seguito alla sentenza della Consulta 242 del 2019». Molto duro il commento della Associazione Coscioni, affidato alle parole del segretario Filomena Gallo: «non ci sono più scuse né alibi per la mancata assunzione di responsabilità. Le istituzioni devono garantire l’esercizio del diritto di libertà di scelta nelle persone». Per l’associazione pro-eutanasia, non fornendo un parere su di un testo di legge che regolerà il suicidio assistito «il Governo lascia intatte discriminazioni inaccettabili per la persona malata in base alla gravità dello stato della sua malattia. […] Sembra ormai chiaro che Governo e Parlamento vogliono vietare in ogni modo che si possa decidere sulla propria vita». Assieme al Ddl Zan, anche il testo di legge sull’eutanasia vive settimane di “congelamento” nelle commissioni prima per i motivi legati alle Elezioni Amministrative, poi ora con la sessione di bilancio in arrivo.