Valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza, le bellezze storico-artistiche e le radici culturali nazionali. Questo l’obiettivo del disegno di legge sul Made in Italy, appena approvato dal Consiglio dei ministri, al cui interno non mancano disposizioni specifiche che riguardano il settore agroalimentare.



Nella sua cornice generale, il provvedimento istituisce un fondo sovrano italiano, denominato Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy, cui destina una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro con l’obiettivo di stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali anche per la fase dell’approvvigionamento delle materie prime critiche. E qui i riflessi sulla filiera agroalimentare sono evidenti e immediatamente intuibili.



Il Ddl avvia inoltre il progetto del Liceo del Made in Italy, pensato per “promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana attraverso un percorso in grado di fornire competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato utili alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali che tengano conto delle specifiche vocazioni dei territori”. La partenza del nuovo ciclo scolastico è prevista per l’anno 2024/2025 e sarà affiancata anche dalla neonata Fondazione “Imprese e Competenze per il Made in Italy”, cui è affidato il compito di promuovere il raccordo tra il nuovo Liceo del Made in Italy e le imprese, favorendo poi l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro.



E non è tutto. Il provvedimento, infatti, introduce anche due architravi generali che promettono di risultare parecchio utili al rafforzamento del nostro export alimentare

La prima va nella direzione della tutela delle nostre produzioni, con la creazione di un contrassegno ufficiale di origine italiana delle merci che contempla la dizione Made in Italy per la promozione della proprietà intellettuale e commerciale dei beni. E in questa prospettiva, si inserisce anche l’utilizzo della Blockchain per la certificazione delle filiere.

La seconda rimanda, invece, alla lotta alla contraffazione, con l’introduzione di modifiche del sistema del sistema sanzionatorio e del Codice di procedura penale in materia, la concentrazione distrettuale della competenza degli uffici requirenti e l’avvio di misure per la formazione specialistica dei magistrati.

Ma va detto che all’interno del documento non mancano neppure passaggi più specifici che puntano a diventare utili strumenti per affrontare i nodi critici con cui il settore alimentare deve fare i conti. “L’articolo 28 – spiega il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – definisce il potenziamento e la diffusione del sistema di etichettatura ‘NutrInform Battery’, che fornisce indicazioni sull’apporto nutrizionale degli alimenti in rapporto al fabbisogno giornaliero e alla corretta alimentazione. Un sistema che mira a sostenere la dieta mediterranea e le imprese della filiera agroalimentare ponendosi in netto contrasto al sistema del Nutriscore, che obbedisce ad altre logiche, spesso legate ad interessi di multinazionali e che stigmatizzano i nostri prodotti”.

Ma non solo. “Con l’articolo 29 – continua il ministro – introduciamo la possibilità per i ristoratori italiani all’estero di ottenere la certificazione di ‘ristorante italiano nel mondo’, che attesta la qualità dei prodotti enogastronomici conformi alle migliori tradizioni italiane e contrasta l’italian sounding“, ovvero l’utilizzo ingannevole di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia su etichette e confezioni di prodotti agroalimentari che italiani non solo affatto.

“Prevediamo poi – continua Lollobrigida – l’istituzione di un fondo di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 destinati ai ‘Distretti del prodotto tipico italiano’, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare le filiere agroalimentari italiane, valorizzando le produzioni locali e garantendo l’autenticità dei prodotti tipici italiani”. E ancora, il Ddl istituirà “un altro fondo da 3 milioni di euro, sempre per ciascuno degli anni 2024 e 2025, destinato alla valorizzazione della biodiversità e del miglioramento genetico delle specie e razze animali allevate in Italia – aggiunge Lollobrigida -. Infine, viene creato un Osservatorio nazionale, presso il Masaf, per mantenere e valorizzare le infrastrutture storiche e paesaggistiche utilizzate dagli animali negli spostamenti per la transumanza, la monticazione e l’alpeggio”.

La portata dell’intervento però promette di non esaurirsi qui. “Ulteriori misure di sostegno – conclude Lollobrigida – sono previste per il settore fieristico nazionale, con finanziamenti specifici alle imprese e incentivi per iniziative di coordinamento strutturale e organizzativo per aumentare la presenza all’estero degli operatori fieristici”. Tutte misure che, nelle intenzioni dell’Esecutivo, promettono di fornire ulteriore carburante al sistema Italia, ivi compresa, a pieno titolo, la filiera agroalimentare.

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