Nei giorni scorsi il Governo ha approvato un disegno di legge finalizzato a sostenere le zone montane, un nuovo provvedimento atteso da tempo, mirato al riconoscimento e alla promozione delle terre alte. La proposta include misure di supporto finanziario per la montagna e introduce incentivi per contrastare il fenomeno dello spopolamento.
Approfondiamo l’argomento con l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane del Carroccio. Panza aveva già contribuito alla prima bozza del ddl insieme al ministro Gelmini e ha partecipato direttamente alla redazione di questo nuovo testo, in qualità di consigliere per la montagna del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli.
Onorevole Panza, perché questo disegno di legge?
La montagna ha un urgente bisogno di nuovi strumenti, irrimandabili, per affrontare sfide cruciali come il declino demografico e per proiettarsi positivamente nel futuro. Oltre il 35% dei territori italiani è montano, eppure manca una definizione precisa di “Montagna”. L’obiettivo primario è stabilire e riconoscere le peculiarità delle vere aree montane, garantendo la protezione dei diritti civili e sociali in quei territori. Ciò include assicurare un effettivo accesso ai servizi pubblici essenziali come scuola e sanità, oltre a promuoverne lo sviluppo economico e delle imprese attraverso incentivi. Inoltre, si mira a favorire i giovani e il ripopolamento di queste zone.
Quali sono le principali misure che questo ddl propone?
In particolare si focalizza sulla definizione di “comune montano”, colmando così una lacuna normativa, al fine di affrontare le disparità territoriali. Le misure proposte includono la salvaguardia dei diritti civili e sociali, garantendo servizi essenziali come istruzione e sanità. Ad esempio, si prevedono incentivi per stimolare l’attività degli insegnanti e dei professionisti sanitari nelle zone montane. Poi sono previsti incentivi per lo sviluppo economico e il ripopolamento, con uno stanziamento annuale di circa 100 milioni di euro, aggiuntivi ai fondi già destinati dal FOSMIT. Sono in programma una serie di misure volte a incentivare l’operato di medici e operatori socio-sanitari nelle zone montane.
Ad esempio?
L’assegnazione di un punteggio doppio per ogni anno di attività, un credito d’imposta in caso di trasferimento e indennità. Per le scuole situate in queste aree è previsto un punteggio aggiuntivo nelle graduatorie dei docenti e un credito d’imposta in caso di trasferimento.
Altre misure?
Si è prevista la valorizzazione di pascoli, boschi ed ecosistemi, con un focus sulla prevenzione del dissesto idrogeologico e lo sviluppo di produzioni agroalimentari sostenibili. Sono previste agevolazioni per l’acquisto e la ristrutturazione di abitazioni principali in montagna e per i quasi mille rifugi alpini in Italia un pacchetto di misure ad hoc nell’ottica di interventi mirati per incentivare il turismo e le attività imprenditoriali contro l’abbandono dei territori in quota, un punto importante perché si parla di misure specifiche per le strutture ricettive ubicate in zone di montagna, finalizzate all’escursionismo e all’alpinismo.
Qual è stato l’intento politico, l’obiettivo di fondo?
Scrivere un nuovo capitolo per le “terre alte”. Il ddl ha ascoltato le voci delle persone che le abitano, le vivono e ci lavorano, e che hanno avuto un ruolo centrale nella sua creazione, pensata e plasmata dalle stesse comunità di montagna. Un metodo e un punto di partenza cruciali per il riconoscimento e il sostegno di questi territori.
E adesso?
Incrociamo le dita per un percorso parlamentare veloce. Il testo è in attesa di esame nella Conferenza unificata e successivamente sarà sottoposto al Consiglio dei ministri e alle Camere per l’approvazione definitiva.
(Max Ferrario)
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