Matteo Renzi vuole un compromesso per approvare il ddl Zan e “le modifiche proposte” da Italia Viva “non toccano la sostanza del provvedimento, sono necessarie per portare a casa una legge importante che il Paese aspetta da tempo“. A dirlo è il sottosegretario all’Interno, Ivan Scalfarotto, di Iv, intervenendo a Radio1. Un punto di vista politicamente interessante quello di Scalfarotto, autore della proposta che secondo i renziani dovrebbe essere in grado di far superare le rispettive resistenze trovando un punto di incontro. In particolare eliminando i riferimenti più controversi riguardanti identità di genere e scuola. Scalfarotto ha dichiarato: “L’unica preoccupazione che dobbiamo avere in mente è quella per tutte le persone che vengono continuamente maltrattate e discriminate e che aspettano da troppo tempo una legge che li tuteli. Approvare una legge giusta che, attraverso un espediente legislativo, ci consenta di dare risposte concrete: questa deve essere la nostra stella polare“.
DDL ZAN: BINETTI, “EMENDAMENTI ITALIA VIVA INSUFFICIENTI”
Chi pensa che la mediazione di Italia Viva non sia comunque sufficiente per far approvare una legge contro la transomofobia è Paola Binetti. La senatrice UDC, intervistata dall’AdnKronos, ha spiegato che le proposte renziane “ridanno senz’altro fiato al dibattito, ma pur essendo richieste necessarie, per noi non sono sufficienti. Ci saranno dunque, nel momento di apertura ad emendamenti migliorativi, anche le nostre proposte“. Secondo l’esponente di dichiarata fede cattolica, inoltre, la decisione di insistere sul ddl Zan da parte dell’ex maggioranza giallorossa costituisce un problema anche per l’esecutivo Draghi: “La mancata approvazione di modifiche al ddl Zan è un rischio concreto, grave e pesante oltre che per il Ddl anche per il Governo, in quanto paleserebbe una spaccatura profonda all’interno di un esecutivo che sarebbe di larghe intese in teoria, ma non di fatto. Noi riteniamo che per continuare il muro contro muro, Pd, Leu e M5s abbiano messo in atto una politica suicidaria“. Grave, sottolinea infine Binetti, che l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina “non si sia mai accolta dell’esistenza di ideologia gender nelle scuole. E’ una semplice conferma della sua inadeguatezza a svolgere uno dei ruoli più importanti del governo. L’ideologia gender con quello che suppone era già totalmente contenuta nel comma 16 articolo 1 della legge Fedeli sulla buona scuola“.