Dopo settimane di discussioni e polemiche politiche che hanno messo a nudo le forti differenze anche nel Governo sul tema dell’omotransfobia, il Ddl Zan è stato calendarizzato dalla Commissione Giustizia del Senato: con 13 voti contro 11, il testo del disegno di legge a firma Alessandro Zan (Pd) entrerà nei prossimi giorni nell’ordine del giorno di Palazzo Madama (anche se ancora non è stata fissata una data specifica). La commissione ha votato stamattina tutta una serie di provvedimenti da calendarizzare per i quali verrà stabilito il calendario dei lavori specifici anche sul Ddl Zan.
Secondo il presidente della Commissione Giustizia del Senato, il leghista Andrea Ostellari «Il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in commissione Giustizia, la maggioranza è spaccata. Al successivo incardinamento del disegno di legge Zan, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative». Il regolamento prevede infatti che relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha di fatto la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari: per questo motivo, conclude Ostellari «Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della Commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega». Soddisfatto da un lato il dem Zan per la calendarizzazione su Twitter «La legge contro omotransfobia, misoginia e abilismo è stata calendarizzata in Commissione Giustizia al Senato. Finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva»; di contro però, non manca altra stilettata contro Ostellari «Ostellari che si autonomina relatore è l’ennesima forzatura di chi vuole affossare una legge voluta dalla maggioranza del Senato. Ancora una volta dimostra di gestire la Commissione Giustizia come fosse di sua proprietà. Le istituzioni si rispettano».
LA NOTA DELLA CEI SUL DDL ZAN
Importante intanto è la presa di posizione della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che torna con una nuova nota sul Ddl Zan dopo la precedente produzione nel giugno 2020: critiche e dubbi dai vescovi italiani su un testo di legge che rischia di porre «ambiguità» e «confusione». Secondo la CEI si ribadisce il «sostegno a ogni sforzo teso al riconoscimento dell’originalità di ogni essere umano e del primato della sua coscienza. Tuttavia, una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna». Vengono definiti «diversi» i dubbi sul testo del Ddl Zan sia in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale e sia per il concetto dell’identità di genere: «È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative. L’atteggiamento che è stato di Gesù Buon Pastore ci impegna a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale».
Viene citato Papa Francesco nella sua “Amoris Laetitia” per ribadire l’importanza cruciale della dignità e diritto che ogni persona merita «indipendentemente dal proprio orientamento sessuale» contro «ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza». Alla luce di queste considerazioni, i vescovi della Chiesa Cattolica concludono «sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio. Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale».