Il Ddl Zan genera uno scontro tra Monica Cirinnà e Davide Faraone, che non se le mandano a dire attraverso i social network, in particolar modo sulla piattaforma digitale di Twitter. Tutto è legato al discorso pronunciato in Senato da Matteo Salvini, leader della Lega, nella serata di martedì 13 luglio 2021: “Vi chiedo di togliere dal banco una volta per tutte ciò che divide – ha asserito il numero uno del partito del Carroccio –. In un solo mese il Senato e la Camera possono approvare una norma di civiltà che punisca pesantemente chi offende, aggredisce e/o discrimina un altro essere umano, perché in questo Paese nessuno è superiore a nessuno. Per questo vi dico: andiamo a votare questa legge”.
Per poi aggiungere: “Se invece qualcuno, per tenere uniti i suoi partiti, che rischiano di dividersi in 18 correnti, non vuole che gay, lesbiche e trans siano tutelati, lo dica ad alta voce in quest’aula”. Affermazioni che hanno ricevuto l’applauso di Faraone al termine dell’intervento di Salvini, gesto che è stato sottolineato sui social proprio da Cirinnà, che non ha esitato a pubblicare un filmato nel quale si vide il capogruppo di Italia Viva battere le mani.
DDL ZAN, TENSIONE TRA CIRINNÀ E FARAONE: VIDEO
Di fronte al comportamento del portavoce renziano, Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, non solo ha diffuso il filmato che vi descrivevamo poche righe fa, ma ha anche aggiunto quanto segue: “In Senato adesso pregiudiziali di costituzionalità sul Ddl Zan. Il capogruppo di Italia Viva Faraone applaude Salvini che spiega perché la Lega ritiene incostituzionale questa legge. No comment”.
Parole dure, che, inevitabilmente, complici il mondo virtuale e le numerose reazioni ottenute dalla senatrice (retweet inclusi), hanno raggiunto lo stesso Faraone, il quale ha replicato in questi termini: “Monica, la pregiudiziale di incostituzionalità della Lega non è passata in aula per 12 voti. Decisivi i 13 voti contrari di Italia Viva. Menti sapendo di mentire. Post scriptum: la prossima volta che mi riprendi col telefonino, dimmelo che sorrido. Peccato, anche tu intrisa di grillismo”.