«Chiamatemi comunista e basta, se Fedez è di sinistra allora io non sarò mai più di sinistra»: non è certo la prima volta che Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista dal 2009, spara a zero su quello che per lui rimane della tradizione di sinistra in Italia. Ma dopo il Concertone del Primo Maggio, le polemiche sul monologo di Fedez e soprattutto il Ddl Zan, Rizzo su “La Verità” prova a mettere i punti sulle “i” di una sinistra che ormai lui non riconosce più come tale: il Pd insiste sul disegno di legge contro l’omofobia secondo Rizzo perché «la mutazione genetica della sinistra italiana inizia negli anni Settanta, con l’ avvento del femminismo e dell’ecologismo da salotto. Nel nome dei diritti civili hanno buttato a mare i diritti sociali: il lavoro, la casa, la salute, la scuola».
Destra e sinistra, quelle attuali, sono due facce della medesima “medaglia” che è il partito liberista: per un comunista “doc” come Rizzo, ciò è inaccettabile e così scatta la decontrazione di entrambi gli schieramenti. Se però alla Lega di Salvini dedica qualche breve battuta («Quello di Salvini è un sovranismo di cartone: ieri inneggiava alla Russia, oggi candida un banchiere come Draghi al Quirinale»), è sulla sinistra contemporanea che il comunista Rizzo “cannoneggia”. A partire dal Concertone “della sinistra”, Marco Rizzo tuona «in piazza San Giovanni c’ era un palco del sindacato confederale sponsorizzato da Eni e Banca Intesa. Rendiamoci conto». Ma è su Fedez e sul “mito” creato dopo il monologo negli ambienti di sinistra che il leader del Pc si scaglia: «Poteva dire che abbiamo perso un milione e mezzo di posti di lavoro: non l’ ha detto […] Poteva dire che le multinazionali non pagano le tasse: non l’ ha detto, forse perché è testimonial di Amazon». Fedez viene definito come “il nulla”, pur riconoscendone furbizia e capacità a gestire il mondo dei socia, «personaggi di questo genere dispongono di un potere immenso, che corrisponde al comando della finanza e dell’economia sulla politica».
RIZZO “BASTA, QUESTA NON È LA SINISTRA!”
Ma allora perché la sinistra oggi plaude al rapper? La risposta per Rizzo è molto semplice e tutt’altro che banale, «la battaglia per i diritti civili è un’ arma di distrazione di massa per coprire le nefandezze compiute sui diritti sociali. Il Pd si è ridotto ad essere una riedizione del partito radicale, che si batte per i diritti gay ma poi cancella l’ articolo 18 e le conquiste dei lavoratori del dopoguerra». A differenza di altre voci “fuori dal coro” a sinistra, è anche l’essenza stessa del Ddl Zan ad essere scardinata e non solo gli elementi già polemizzati da gruppi femministi e Arcilesbica: «Io mi sono sempre impegnato a combattere l’ utero in affitto: una pratica nazista, degna del dottor Mengele. Mi hanno massacrato per questo, ma continuerò a rivendicare questa battaglia. La voglia di avere un figlio è un desiderio: e i desideri non sono diritti. Specialmente quando consistono nello strappare figli alle madri povere del terzo mondo, per essere venduti su un catalogo, come fossero una merce». La Verità fa sommessamente notare che con queste dichiarazioni Rizzo in primis sarebbe sanzionato e punito dal Ddl Zan, «È una legge costrittiva. Io rivendico il mio diritto di esprimere un’ opinione supportata da fatti. I signori della sinistra rivendicano dei desideri che finiscono per mercificare il corpo delle donne. E io dovrei essere punito al posto loro? Senza contare che in quel disegno di legge ci sono altre follie». Rizzo chiosa poi sulla “definizione del sesso” e striglia non poco la nuova “ideologia dei diritti”: «Mi sveglio una mattina e decido che sono una donna, e posso usufruire delle quote rosa? È il mondo al contrario. È un mondo in cui sul palco della festa dei lavoratori ci sono rapper miliardari che vendono lo smalto per unghie agli uomini. […] Io sono contro ogni discriminazione: ma non voglio nemmeno essere “indirizzato” a darmi lo smalto sulle unghie».