STOP DIBATTITO AL SENATO FINO AL 20 LUGLIO

«L’aula del Senato è sospesa e la discussione sul disegno di legge Zan riprenderà il 20 luglio alle 16.30»: così ha spiegato in Aula il vicepresidente di turno, Ignazio La Russa. Ora spazio al question time e soprattutto nei prossimi giorni al voto sul Decreto Sostegni-bis, poi da martedì riparte la bagarre in Aula a meno di improbabili (per il momento) accordi tra le parti per un testo condiviso. Sempre martedì, alle ore 12, scade il termine di presentazione degli emendamenti al Ddl Zan, con la Lega che ha detto con Calderoli che «non forzerà la mano» anche perché le divisioni restano già così con le attuali forze in campo e con i senatori che si sono già iscritti a parlare (oggi solo 20, ma erano più di 60 quegli iscritti che dunque dovranno recuperare la prossima settimana). La capogruppo del Pd Malpezzi fa sapere che il Partito Democratico non presenterà alcun emendamento, puntando sull’attuale testo senza se e senza ma: l’unico elemento di novità, spiega, è l’ODG contro le ambiguità interpretative.



Per la collega di Forza Italia Licia Ronzulli, «questo solo ODG non basta. Il testo va cambiato prima, così non passa»; Italia Viva in questo si accoda al Centrodestra e con Scalfarotto e Faraone lanciano la proposta di eliminare identità di genere e scuole dal testo per evitare di far affossare il Ddl Zan al Senato con il voto segreto (diversi i “franchi tiratori” dati tanto nel Pd quanto nel M5s). «Se fanno due cambi sul tema del gender e delle scuole, la legge viene fatta e garantisce ai ragazzi omosessuali, alle persone transessuali e con disabilità, una tutela maggiore, quindi io sono per fare un accordo, questa è politica, quelli che vogliono fare le battaglie di principi che non portano a niente, fanno i convegni, ma non fanno le riforme», ha spiegato a Rtl 102.5 il leader ed ex Premier Matteo Renzi.



ITALIA VIVA: ”È IL PD AD ESSERE CONTRO IL DDL ZAN”

È ripreso stamane al Senato il dibattito per il terzo giorno consecutivo sul Ddl Zan: Lega e Italia Viva continuano a invitare Pd-M5s-LeU a trovare lo spazio per un accordo sul testo il più condiviso possibile, ma da Zan, Letta e Maiorino (M5s) per il momento il “niet” è secco. Entrando nelle pieghe degli articoli da discutere, il senatore Emanuele Pellegrini della Lega ha ribadito il concetto già avanzato ieri dal leader Salvini: «Dovevamo improntare la discussione sul rispetto, per tutte le categorie. Non sul tutelare una categoria o l’altra […] La mia libertà cessa dove inizia quella altrui. Io sono di visioni molto ampie. All’interno del ddl si parla di disabilità. Se noi facciamo una norma speciale, non si tutela lo speciale […] Questo è un dialogo tra un sordo ed una parte dialogante. C’è una parte politica che rifiuta proposte emendative».

Ancora più duro il presidente dei Senatori di Italia Viva, Davide Faraone (intervenuto a Omnibus su La7 questa mattina): «Chi affossa la legge è chi ancora oggi, nonostante i voti risicatissimi di questi giorni, per questioni di mero posizionamento politico sta rifiutando il confronto, il Pd si sta dimostrando il vero partito No Zan, per non parlare dei 5s in questa fase, nascosti sotto dieci metri di sabbia». Intervistato da Fanpage il leader ed ex premier Matteo Renzi lancia la medesima proposta contenuta nel testo modificato da Ostellari (Lega) in Commissione Giustizia: «Per i numeri che ci sono al Senato, la legge passa se si toglie quel riferimento all’identità di genere e alla scuola. Io tra portare a casa un uovo oggi e una gallina mai scelgo di portare a casa un uovo oggi».

RESPINTA SOSPENSIVA, MA È ALLARME NUMERI

È stata respinta la sospensiva al Ddl Zan presentata da Lega e Forza Italia, ma con un solo voto di scarto: delusi entrambi gli “schieramenti”, dal Centrosinistra che vede così suggellata la previsione di Renzi sulla mancanza di maggioranza effettiva sul disegno di legge (con solo qualche presenza in più nelle file del Centrodestra, i pro-Zan sarebbero andati sotto); male anche il Cdx, con Fratelli d’Italia irritati per la mancanza di alcuni senatori che avrebbero potuto far approvare la sospensiva del disegno di legge. I contrari alla sospensiva sono stati 136, a favore sono stati in 135, nessun astenuto: secondo i tabulati analizzati da Adnkronos, assenti non giustificati sono stati 5 senatori M5s ( Giuseppe Auddino, Gianni Girotto, Pietro Lorefice, Paola Taverna e Sergio Vaccaro), 4 Forza Italia (Niccolò Ghedini, Roberto Berardi, Giuseppe Mangialavori e Barbara Masini), 3 Lega (Roberto Marti, Paolo Saviane e Umberto Bossi).

Traducendo l’irritazione di FdI, senza le 7 assenze del Centrodestra il voto dell’Aula avrebbe visto l’approvazione della sospensiva e non la sua bocciatura. Ma Pd-M5s-LeU non possono certo esultare, come nota efficacemente il capogruppo Italia Viva Faraone, «Questo voto dimostra chiaramente quello che diciamo da tempo, o si cambia rotta o il Ddl Zan va a fondo. Il Pd e il M5S hanno il dovere morale di discutere e trovare soluzioni. Se continuano ad arroccarsi saranno responsabili davanti al Paese di questo fallimento». Per il leader della Lega Matteo Salvini, uscendo dall’incontro con il Premier Draghi sui temi della giustizia e dell’emergenza Covid, «Se Letta e il Pd insistono a non voler ascoltare, dialogare e trovare una soluzione, la legge è morta. La legge – ha concluso – non verrà mai approvata e non perché Salvini è brutto e cattivo, togliamo i bambini dalla contesa e approviamo un testo che unisce tutti, se già passa la sospensiva solo per un voto, vuol dire che la legge non andrà lontano. Ora tutto dipende dal Pd, se vogliono dialogare ci siamo, altrimenti è finita». Per Matteo Renzi il problema dei numeri è lampante e anche lui lancia un nuovo appello ai Dem: «Immaginate cosa potrà accadere con il voto segreto. Per quanto riguarda la legge Zan, i numeri sono a rischio al Senato; e siccome sono a rischio, serve un grande accordo perché a scrutinio segreto questa legge non passa. Chi vuole andare allo scontro lo sta facendo per affossare la legge. Io sono per una legge che tuteli i ragazzi gay, i ragazzi trans. Si cambino gli articoli 1 4 e 7 e si va a chiudere alla Camera nel giro di 15 giorni».

DDL ZAN, SECONDO ROUND AL SENATO

Secondo “round” al via stamane al Senato per la discussione del testo sul Ddl Zan: dopo aver prevalso ieri la linea del Centrosinistra sul proseguire il dibattito in Aula senza tornare in Commissione (dunque senza ammettere alcun accordo per un testo condiviso), gli animi già stamani sono tornati ad essere molto forti. Gli appelli fatti ieri da Renzi e Salvini per provare una mediazione – che eviti di affossare la legge ma che elimini alcuni punti nodosi del disegno di legge – non sono per il momento stati accolti da Pd-M5s-LeU, anzi la stessa Italia Viva è oggetto di critiche feroci da parte dei banchi “sinistri” del Governo.

Il nodo restano sempre i numeri dati sempre più incerti nell’ormai più che probabile “conta” che ci sarà tra due settimane: entro il 20 luglio è possibile presentare gli emendamenti al testo, la settimana prossima il Senato dovrà concentrarsi sul Dl Sostegni-bis in scadenza e dunque sarà presumibilmente nell’ultima settimana di luglio che si saprà quale destino avrà il disegno di legge contro l’omobilesbotransfobia. Rinvio a settembre, rischio voto al Senato con voto segreto, accordo nella maggioranza per testo condiviso (come proposto da Italia Viva e Lega).

IL NODO SOSPENSIVE

Intanto l’esame in Aula prosegue (qui sotto la diretta video streaming sul canale YouTube del Senato) e dopo la bocciatura ieri delle pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Lega e Fratelli d’Italia, oggi al Senato si discutono prima le richieste di sospensiva presentate da Forza Italia (2, Bernini e Malan) e Lega (Romeo), poi si proseguirà fino a questa sera con il dibattito specifico sul testo generale del Ddl Zan. «Come si può immaginare e poi scrivere – ha aggiunto – che esisterebbe una sorta di istigazione alla discriminazione che costituisce reato senza che la discriminazione si sia verificata? La legge dovrà tornare alla Camera perché ci sono errori tecnici che vanno corretti. Allora bisogna assolutamente fare uno sforzo per identificare una soluzione condivisa», ha spiegato Caliendo (Forza Italia) introducendo il dibattito sulle sospensive a Palazzo Madama, «Dobbiamo individuare una norma che sia idonea a garantire la tutela a chi si trova nelle condizioni previste dalla legge Zan e che sia nel contempo una garanzia per tutti i cittadini a non esser coinvolti in una sorta di ‘guerra di religione».

Per il capogruppo al Senato della Lega Romeo serve invece prendersi del tempo per trovare in Commissione Giustizia un accordo condiviso il più possibile: «15 giorni non sono le calende greche, riportiamo il testo in Commissione. Perché se il tema è ‘o così o morte’, come è stato come un po’ di tempo fa quando si diceva ‘o Conte o morte’, ricordatevi come è andata a finire». Il Pd con Simona Malpezzi difende il testo di legge e accusa Lega, Italia Viva e Forza Italia di raccontare una “narrazione politica” che non è aderente alla realtà. Infine, il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone ha chiesto alla Presidente del Senato Casellati di intervenire conto la senatrice Monica Cirinnà (Pd) per aver pubblicato un video ieri dove lo si vede applaudire all’intervento di Salvini, «La senatrice Cirinnà ha esposto un collega alla lapidazione social, la prego di intervenire». Sì, il clima è decisamente incandescente e siamo solo al secondo giorno.