Monsignor Galantino
ha deciso di rilasciare una doppia intervista per esprimere da un lato una risposta netta alle accuse “strampalate” di Fedez contro il Vaticano dopo la nota sul Ddl Zan, dall’altro una seria considerazione sul disegno di legge sull’omotransfobia dopo le ultime giornate convulse e “caotiche” sull’asse Santa Sede-Governo. Qui sotto trovate le considerazioni rilasciate al collega di Mediaset per “Stanze Vaticane”, mentre sempre stamane in edicola sul Corriere della Sera si trovavano altre dichiarazioni dell’ex segretario CEI in merito alla querelle Fedez-Vaticano-Ddl Zan.
«Per il bene di tutti e nell’interesse di tutti bisogna vigilare affinché le discriminazioni vengano messe al bando ma bisogna fare attenzione in che modo. Altrimenti le togliamo da una parte e le mettiamo da un’altra», spiega il monsignore a Virginia Piccolillo, non prima di dare la sua personale “lettura” del Ddl Zan pur ribadendo di non essere assolutamente di sua competenza. «Penso che si debba stare attenti a non usare formulazioni che nelle mani, e nelle teste, di malintenzionati diventino strumenti di intolleranza», spiega Mons. Galantino che poi descrive la differenza tra la “laicità” richiamata da Fedez e gli oppositori del Vaticano, e la reale laicità inneggiata tanto dalla Costituzione italiana quanto dalla dottrina sociale della Chiesa, «Bisogna distinguere tra laicità di spazi e di contenuti. Se per laico si intende neutro o neutrale, non esistono contenuti laici. Esistono spazi di laicità, sempre sacrosanti, dove tutti devono ricevere e dare rispetto».
LA RISPOSTA DI GALANTINO A FEDEZ
Che i rapporti tra Fedez e il Vaticano non fossero proprio dei più idilliaci bastava ascoltare uno a caso dei testi del rapper sia in passati che odierni per averne un’idea più determinata: ma dopo il gran caos sulla nota della Santa Sede che chiede le modifiche del Ddl Zan per presunte violazioni del Concordato, la furia sarcastica del marito di Chiara Ferragni ha acceso una polemica nella polemica a cui oggi arriva risposta ufficiale da Monsignor Nunzio Galantino, ex segretario CEI e oggi Presidente dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica che gestisce gli immobili della Santa Sede.
In un’intervista al blog di Federico Marchese Ragona “Stanze Vaticane”, pubblicata anche sul “Giornale”, il sacerdote punta il dito sulle accuse lanciate da Fedez in una serie di stories su Instagram due giorni fa, in particolare quando attacca il Vaticano così «voi avevate concordato qualcosa? Non avevamo concordato, amici del Vaticano, che ci davate delle tasse arretrate sugli immobili e che l’Unione Europea ha stimato in cinque miliardini o forse di più? In realtà non si sa, perché avete perso il conto degli immobili, ne avete troppi». Ecco, la replica non si fa attendere con Galantino che introduce «L’unica risposta che si può dare a una persona disinformata sono le carte, i fatti. Non so se lo faccia per ignoranza o per malafede. Non ci sono alternative. A fronte di affermazioni che lui non può documentare, io posso invece documentare che il Dicastero che presiedo paga».
I CONTI DEL VATICANO E LE “FESSERIE” DI FEDEZ
Solo nel 2020 l’APSA ha pagato 5,95 milioni di euro per l’IMU e 2,88 milioni di euro per l’IRES, a cui si aggiungono le tasse pagate da Governatorato, Propaganda Fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli enti religiosi: tutto viene documentato da Galantino ed è anche disponibile online nei siti istituzionali di ogni singola realtà vaticana. «Poi se si vuole andare in “processione” con Fedez, si vada pure. Il problema è che qualcuno, pur sapendo queste cose, continua a dire che la Chiesa non paga…», lancia la frecciata ulteriore Mons. Galantino. Sui miliardi in arretrato di cui parla Fedez sui social, non vi è alcun dato mostrato dal cantante e così ha buon gioco il monsignore a replicare «in base a quale legge, su quali immobili e in riferimento a quale periodo è stato quantificato il debito del Vaticano? Bisogna ribadire che sugli immobili dati in affitto – quelli che rendono davvero – da sempre le imposte vengono pagate senza sconti o riduzioni. In passato, le polemiche furono alimentate perché l’ICI prevedeva l’esenzione per gli immobili degli enti senza scopo di lucro, integralmente utilizzati per finalità socialmente rilevanti (come scuole, mense per i poveri o centri culturali)».
Va poi ricordato – e Galantino lo fa – che l’esenzione riguarda non solo la Chiesa, ma anche associazioni, confessioni religiose, sindacati e partiti. Ma allora perché l’attacco di Fedez? Semplice, trovare un appiglio “demagogico” per contestare chi in quel momento stava contestando una legge a lui caro, il Ddl Zan: Galantino è più diplomatico, ma il concetto potrebbe avvicinarsi «lui può fare quello che vuole, ma chi lo ascolta deve sapere che almeno su questo argomento ha detto cose che, nella migliore delle ipotesi, non conosce. Perché a fronte delle mie parole ci sono dei fatti e ho le prove per smentirlo. La gente decida se vale più un documento o la parola di Fedez…». Certo, che in passato la Chiesa non fosse stata sempre impeccabile nella trasparenza e nella comunicazione è fuori di dubbio e anche qui Galantino fa mea culpa, ma negli ultimi anni le cose sono cambiate «oggi posso dire ‘tu hai detto una fesseria e parli di cose che non conosci. O lo fai in malafede o perché lo ignori. Io ti aiuto a superare la tua ignoranza, se lo accetti o non lo accetti sono problemi tuoi’. Grazie a Dio, il tempo del silenzio è finito!».