Prima del “monologo” di Fedez al Concerto del Primo Maggio, l’obiettivo numero 1 delle invettive del rapper marito di Chiara Ferragni erano rivolte principalmente a lui, Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia al Senato in quota Lega. Sarebbe infatti lui il motivo principale dell’ostruzionismo parlamentare del Carroccio – su preciso indirizzo di Salvini e di buona parte del Controtesta – in merito alla calendarizzazione del Ddl Zan.
Del disegno di legge ora sulla bocca di tutti per il “caso Fedez” al Concertone si è detto e si dirà tutto il contrario di tutto, ma c’è un punto che Ostellari vuole esprimere con chiarezza: «Fedez racconta una storia non esatta perché non sa o non può sapere tutto». Intervistato dal Corriere della Sera, il senatore della Lega replica a distanza alle accuse di Fedez e di tutta la sinistra: «mi accusa di aver ostacolato il Ddl Zan, ma non è così». Ostellari spiega come il testo della legge contro l’omotrasnfobia firmato dal senatore Pd Alessandro Zan è arrivato dalla Camera nel novembre 2020 (dopo la prima approvazione): «allora c’era il governo Conte II. Nessuno ha mai sollecitato la sua iscrizione. Nemmeno il Pd. Perché? Se l’avesse fatto, non saremmo qui a parlare di Fedez».
DDL ZAN, LA DIFESA DI OSTELLARI
Il tempo trascorso è dunque parecchi mesi e non regge neanche la questione della crisi del Governo Conte-2 dato che è arrivata solo nel marzo inoltrato: secondo Ostellari però non vi è solo una mala gestione del centrosinistra sul “loro” progetto di legge, vi è anche una ragione tecnica «Quando un testo di legge viene assegnato ad una commissione deve essere congiunto con altri documenti sulla stessa materia. L’ho ricordato ma nessuno mi ha dato retta. Quando poi ho posto la questione in ufficio di presidenza, la scelta di riunire i testi è stata approvata all’unanimità…». Ora il Ddl Zan è stato calendarizzato ma con una profonda spaccatura nella maggioranza, proprio tra Lega e Centrosinistra: «io relatore una forzatura? No, una bufala. È il regolamento del Senato che prevede che il relatore sia “naturalmente” il presidente della commissione che poi, a sua discrezione, può delegare». Ostellari spiega di non essere contro a prescindere al Ddl Zan ma di ritenere quel testo scritto molto male: «Non è vero, anzitutto, che garantisce maggiori diritti. E poi molte parti, come l’articolo 1, non piacciono a mondi (Arci lesbica e femministe) che non sono certo i miei». Un testo, conclude Ostellari al CorSera, «ideologico» e che vorrebbe imporre «la sua visione del mondo accusando di omofobia chi la pensa diversamente. Ma all’approvazione di una legge si arriva dopo un confronto, dopo tante audizioni e proposte di emendamento».