Anna Paola Concia è stata per anni l’attivista di punta tra le file del Partito Democratico delle istanze LGBT ma oggi, davanti al Ddl Zan giunto in Parlamento non sono pochi gli elementi di critica che ne rileva l’ex deputata dem: «In quanto omosessuale, faccio parte delle ‘minoranze’ che la legge intende tutelare. Ma suggerisco all’onorevole Alessandro Zan (Pd come lei, ndr) di evitare di inserire nella lista delle categorie meritevoli di particolare tutela le donne, perché non sono una minoranza bensì la metà della popolazione».
Nell’intervista ad Avvenire, Anna Paola Concia rimembra le sue due proposte di legge per ampliare la Legge Mancino nel 2009 e nel 2011, mentre il Disegno di Legge del collega Zan viene considerato decisamente “perfettibile”: «Chiedo insomma che la categoria delle discriminazioni legate al sesso esca dal testo, non perché la misoginia non esista, ma perché si possono utilizzare o mettere a punto altri strumenti legislativi», rilancia la Concia, aggiungendo «Una legge di civiltà come questa dovrebbe necessariamente godere di un vasto consenso, e invece osservo che la legge Zan è divisiva e me ne dispiaccio. Mi aspetto che i promotori si adoperino per trovare mediazioni al rialzo».
COME SI POTREBBE MIGLIORARE LA LEGGE SECONDO PAOLA CONCIA
Tra i consigli dati da Anna Paola Concia al Ddl Zan vi è l’eliminazione del “sesso” dall’elenco delle discriminazioni ma anche l’eccessiva determinazione delle definizioni date fin dall’articolo 1: «Penso che le leggi debbano avere un respiro largo. Del resto quando si parla di discriminazione religiosa o etnica, non si definisce cos’è la religione o l’etnia…». Se di contro, da persona omosessuale, la Concia giudica positivamente la proposta di educazione alla cittadinanza e all’amore nelle scuole, di contro la proposta del Ddl Zan sulle lezioni in classe per la “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” non viene ‘sposata’, «la scuola ha una sua autonomia». In ultima analisi, conclude Concia sull’Avvenire, più che una nuova legge servirebbe l’applicazione delle aggravanti a qualsiasi crimine d’odio così da proteggere davvero le persone vulnerabili: «del resto questo impianto legislativo è in uso in molti Paesi europei, fin da quando si è sentita l’urgenza di tutelare le minoranze etniche e religiose, chi esprime una identità di genere o orientamento sessuale diversi».