Beata ignoranza. Santa ignoranza. Anzi Vaticana ignoranza, per stare sul tema. La nota verbale fatta dalla Segreteria di Stato Vaticana sta suscitando, come era logico aspettarsi un vespaio. Ma… avete capito o no? Lo “Stato”, non la Chiesa cattolica, che sono due cose talmente diverse: il Papa è un monarca, addirittura monarca assoluto, è il re dello Stato Vaticano, ma è anche capo della Chiesa cattolica.



Se la nota in questione fosse stata mandata da lui, sarebbe stata firmata come “Capo” (o re) dello Stato Vaticano. In caso contrario i papi quando vogliono comunicare qualcosa ai loro fedeli di religione cattolica fanno delle “encicliche” che non obbligano nessuno a fare qualcosa. Visto il livello di ignoranza che vediamo nei commenti di influencer e reginette della canzoncina leggera, li invitiamo a leggere su wikipedia cosa è una enciclica.



Si parla di ingerenza da parte, nei casi più fortunati, nelle cose dello Stato italiano. Mmmmm, ma qualcuno di voi ha letto la norma in questione? Lo Stato del Vaticano ha firmato non uno ma ben due concordati con lo stato italiano che, chissà chi lo sa, sono stati voluti per questi motivi, detto semplicemente: la Sede Apostolica ha stipulato un concordato nel ’29 revisionato nell’84. I motivi? Sostanzialmente due:

– un risarcimento stellare dovuto dal Regno d’Italia alla sede apostolica per l’annessione illecita sotto il profilo di diritto internazionale dello Stato pontificio e confisca dei beni ecclesiastici (dagli oratori ai conventi, di vescovi ma anche delle associazioni private di fedeli)

– il fatto che allo stato veniva (viene?) comodo non avere i cattolici contro, sia per il consenso sia per la propensione alla carità e volontariato (tuttora il 90% dell’8 per mille lombardo va diretto alla Caritas – il resto è ampiamente rendicontato per finalità di culto e di apostolato).

La Segreteria di Stato ha indirizzato una nota verbale all’ambasciata italiana presso la Santa Sede  nella quale chiede di modificare il DDL Zan in due punti: l’obbligo di inserire elementi didattici non concordati nelle scuole private cattoliche (argomento rigidissimamente normato dalla revisione del concordato del 1984) e il più generico aspetto della violazione della libertà di opinione. Quindi ha fatto i suoi interessi: per cui è giuridicamente legittimo che la Sede Apostolica per tutelare i suoi membri residenti in Italia utilizzi lo strumento del concordato per interrompere un disegno di legge che può ledere quanto stabilito? Sì, il diritto è chiaro. E’ legge. E’ costituzione.

Ma veniamo ai post dei “cantanti” sui social. Willie Peyote, per esempio, su Twitter ha scritto: «Le preghiere non funzionano ma le bestemmie sì. Amen. #vaticano #vaticani». Un post elegantissimo, pieno di argomentazioni, delucidazioni, insomma una autentica cafonata da burino che sputa su chi non la pensa come lui. Naturalmente non è mancato l’eroe del primo maggio che ne ha sparate di ogni donde, forte dei suoi milioni di follower: “il Vaticano ha detto all’Italia ‘Italia, se approvate il Ddl Zan state violando il Concordato… Monelli‘”. Sì è vero esiste un Concordato da rispettare. “Ma non avevamo concordato che ci davate delle tasse arretrate sugli immobili? L’Ue aveva stimato cinque miliardini forse di più… Magari dateci quei soldini, ci servono per fare andare avanti il Paese”. E i miliardi che la Chiesa fa guadagnare allo stato e ai privati con il turismo religioso, le chiese ammirate in tutto il mondo e che fa risparmiare sempre allo stato con la sua opera di carità per  poveri e senza tetto? Fedez se li dimentica. All’ignoranza immane di uno che vive nel lusso di City Life e si occupa di smalti per uomini ha risposto con uno schiaffone nei denti monsignor Nunzio Galatino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica dicendo: “Ieri tale Fedez, e a seguire tantissimi altri hanno sostenuto che il Vaticano non paga le tasse immobiliari sostenendo che l’Italia sta violando il Concordato. Possibile che i nostri media, con i nostri esperti nelle varie modalità di comunicazione, non intervengano? Vi aiuto: nel 2020, l’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ha pagato per imposte 5,95 milioni di euro per Imu e  2,88 milioni per Ires. A queste vanno aggiunte le imposte pagate da Governatorato, Propaganda fide, Vicariato di Roma, Conferenza Episcopale italiana e singoli enti religiosi. Tutto documentato”. Fede prendi nota. Il quale ha proseguito, tutto preso dal sacro fuoco del portavoce dei diritti civili: “E comunque, siamo uno Stato laico… Un’altra cosa, fatemi capire, voi potete mettere becco sulle leggi italiane però quando in Italia viene ‘sgamato’ uno dei quei pretini pedofilini che gli piace toccare i bambini, mi spiegate perché quando succedono cose come queste, il pretino non viene processato dalla giustizia italiana?” Eh? Ma quando mai? Sono tutti processati dallo stato italiano e si trovano in carceri italiane. Informati Fede.

La simpatica Paola Turci invece “canna” completamente l’argomento in discussione con l’usuale “love is love”: «Le persone sono tutte uguali di fronte a Dio ma non per il Vaticano, che si oppone a una proposta di legge per fermare chi discrimina. Complimenti. #DDLZan». Ma che centra? Niente.

Rabbiosa è infine Elodie (chi?) che tira fuori il battesimo: «Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata. Grazie». Le diciamo soltanto che è possibilissimo sbattezzarsi caso mai i genitori l’avessero fatto, è garantito dalla legge e anche dalla Chiesa. Tranqui, raga.