È guerra totale in casa Gedi dopo che il patron e fondatore Carlo De Benedetti ha lanciato un’offerta di 38 milioni di euro per riprendersi il gruppo Repubblica-Espresso oggi in mano.. ai figli eredi! Lo scorso venerdì l’Ingegnere attraverso la sua controllata SpA Romed ha lanciato l’offerta per l’acquisto cash del 29,9% delle azioni di Gedi, spiega lo stesso CDB all’Ansa «Questa mia iniziativa è volta a rilanciare il Gruppo al quale sono stato associato per lunga parte della mia vita e che ho presieduto per dieci anni, promuovendone le straordinarie potenzialità. È chiaro che conoscendo bene il settore, mi sono note le prospettive difficili, ma credo che con passione, impegno, consenso e competenza, il Gruppo possa avere un futuro coerente con la sua grande storia», scrive De Benedetti nella lettera che accompagna la richiesta di acquisto del gruppo controllato per decenni dalla sua stessa holding. La tesi di Romed, come spiegato anche dall’amministratore Luigi Nani, è che l’offerta irrevocabile sia l’unico modo per risollevare le azioni Gedi e vengono tra l’altro poste diverse condizioni: «la presente Offerta Irrevocabile – si legge all’inizio della lettera – è subordinata alle seguenti condizioni: che i componenti il consiglio di amministrazione di Gedi di nomina Cir rassegnino le proprie dimissioni entro due giorni lavorativi dal trasferimento delle azioni oggetto della presente offerta alla nostra società, ad eccezione dell’ing. John Philip Elkann e del dr. Carlo Perrone che potranno mantenere le attuali cariche e gli attuali poteri, e che, per le residue azioni che resteranno di sua proprietà, Cir si impegni a distribuirle ai propri soci (ovvero ai soci della società riveniente dalla fusione COFIDE/Cir) entro un anno dal trasferimento delle azioni oggetto della presente offerta alla nostra società. Vi saremo grati – conclude la lettera “di fuoco” di Carlo De Benedetti – se vorrete sottoporre la nostra proposta al vostro prossimo consiglio di amministrazione, rimanendo la presente offerta irrevocabile efficace fino al termine del secondo giorno di Borsa aperta, successivo alla data dello stesso».
LA REPLICA DEI FIGLI DI DE BENEDETTI “OFFERTA IRRICEVIBILE
La replica della Cir, la controllata del Gruppo Espresso dei figli Marco e Rodolfo (guidata dall’ad Monica Mondardini), non si fa attendere e in serata arriva il secco rifiuto dell’offerta di Carlo De Benedetti: «Con riferimento alla comunicazione diffusa in data odierna dall’Ing. Carlo De Benedetti, relativa all’offerta non sollecitata né concordata da egli presentata lo scorso venerdì, tramite Romed S.p.A., per l’acquisto di una partecipazione del 29,9% in GEDI S.p.A CIR S.p.A. rende noto di ritenere detta offerta manifestamente irricevibile in quanto del tutto inadeguata a riconoscere a CIR S.p.A. e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine a GEDI S.p.A., aspetto sul quale CIR S.p.A. è da sempre impegnata». A livello personale resta però amarissima la conseguenza di una reale lotta intestina al Gruppo di Repubblica e ad una famiglia in particolare, con uno dei due figli dell’Ingegnere – Rodolfo De Benedetti – che all’Agenzia Ansa rivela «Sono profondamente amareggiato e sconcertato dall’iniziativa non sollecitata né concordata presa da mio padre e il cui unico risultato consiste nel creare un’inutile distrazione, della quale certo non si sentiva il bisogno». La prima reazione del Comitato di Redazione di Repubblica era arrivata poco prima «Anche in questo frangente, il Cdr si impegnerà per salvaguardare i valori e il lavoro quotidiano di una redazione che, sin dalla sua fondazione, ha contribuito a scrivere una delle pagine più importanti della storia civile e politica del Paese. Per discuterne l’assemblea dei giornalisti di Repubblica è convocata domani, lunedì 14 ottobre alle ore 15».