L’ATTACCO DURISSIMO DI CARLO DE BENEDETTI AL PD: “PARTITO DI BARONI IMBULLONATI DA 10 ANNI AL GOVERNO”
«Pd? Un partito di baroni imbullonati»; «Letta? Un disastro». Non le manda certo a dire Carlo De Benedetti (e non è la prima volta), l’imprenditore un tempo considerato (erroneamente) “prima tessera Pd”, nella sua ultima intervista al “Corriere della Sera” dove viene messa una pietra tombale sull’ultima fase di segreteria prima del prossimo Congresso. La lite tra le correnti, la sconfitta cocente alle Elezioni e la difficoltà anche solo di trovare unità nella data delle primarie, rendono il Pd ad oggi la forza politica più in difficoltà a livello nazionale. Secondo De Benedetti il problema, tra l’altro, non è certo solo italiano: «Le democrazie moderne sono minate da due mali che le divorano da dentro: le crescenti disuguaglianze e la distruzione del Pianeta. Un partito progressista che non mette in cima al suo programma questi due punti non serve a niente, e infatti fa la fine del Pd; che ha conquistato la borghesia e ha perso il popolo».
È a quel punto che l’Ingegnere, nemico acerrimo di Silvio Berlusconi, si lancia sui rivali storici del Cav con sentenze durissime: «il Partito Democratico è un partito di baroni imbullonati da dieci anni al governo senza aver mai vinto un’elezione. La segreteria di Enrico Letta è stata un disastro», spiega ancora De Benedetti al “CorSera”. I motivi di questa crisi e di questo “tradimento” del popolo della sinistra è da ricercarsi in diversi elementi, ma principalmente «non ha saputo indicare una sola ragione per cui si dovesse votare il Pd, ma solo ragioni per non votare gli altri. Per la sua arroganza e supponenza il Pd ha corso da solo e ha determinato la vittoria della destra, che alla luce dei risultati non era affatto scontata».
DE BENEDETTI E LA “PROFEZIA” SULLE REGIONALI LOMBARDIA: “PD SCELGA LETIZIA MORATTI O PERDERÀ”
L’attacco al vertice del Pd così come agli obiettivi del partito, fino a prima delle Elezioni 2022, più importante del Centrosinistra italiano: la sfida a distanza con il M5s sul fronte progressista e il dissidio continuo con l’area riformista-centrista (Terzo Polo degli ex 2 dem Renzi e Calenda), secondo De Benedetti, non portano ad un futuro roseo visto anche la lista di possibili candidati al prossimo Congresso Dem. «Quelli che si sono candidati non mi sembrano in grado di scongiurare la morte progressiva del Pd», attacca ancora l’Ingegner Carlo De Benedetti. Non si limita alle critiche generali, il fondatore del Gruppo GEDI (venduto poi alla famiglia Agnelli-Elkann) punta anche direttamente ai singoli protagonisti di questa fase politica del Centrosinistra italiano: «Stefano Bonaccini? Lo conosco poco ma come diceva Togliatti gli emiliani sono bravi ad amministrare il territorio, pessimi a fare politica a Roma. Tranne Bersani, che per me è sempre il migliore».
Il potenziale candidato al Congresso Pd come il sindaco di Firenze Dario Nardella viene riconosciuto da De Benedetti come un ottimo sindaco ma «temo che metterebbe i due punti-chiave, le disuguaglianze e il Pianeta, in un pastone, anziché farne le priorità assolute». E così dall’Ingegnere arriva la “stangata” anche sulla giovane proveniente dalla sinistra radicale, Elly Schlein: «sarebbe il classico Papa straniero. È una figura interessante; non una leader». Sempre nella lunga intervista al “Corriere della Serra”, De Benedetti si intesta una “profezia” circa le prossime Elezioni Regionali in Lombardia e Lazio: «Contro Attilio Fontana, Letizia Moratti può farcela. Se il Pd la appoggiasse, secondo me ce la farebbe. E se Salvini perde la Lombardia, cade. E se cade Salvini, cade il governo». Il ragionamento di De Benedetti è “simile” a quanto fatto da Carlo Calenda che punta dritto con Letizia Moratti a “spaccare” il Centrodestra in Lombardia: «Il Pd in Lombardia non ha mai toccato palla. Ha sempre vinto la Lega. Un candidato del Pd in Lombardia non vincerà mai. Saggiamente Cottarelli ha rifiutato. L’altra volta ho sostenuto Giorgio Gori, anche finanziariamente: ottima persona, ma la sua corsa è stata un disastro. Moratti ha avviato una profonda revisione del suo passato berlusconiano». Un De Benedetti diventato d’improvviso “di Centrodestra”? Assolutamente no, come certifica il giudizio pessimo sull’attuale Governo Meloni: «esecutivo disastroso, obbrobrioso, guidato da una destra dura, antieuropea, di matrice postfascista».