«Renzi e Conte? Due bare». L’attacco arriva da Carlo De Benedetti, che si è lasciato andare anche a toni lugubri ieri a “Otto e mezzo” su La7. Lilli Gruber aveva chiesto all’imprenditore di chi si fidasse tra il leader di Italia Viva e il presidente del Consiglio. «È come chiedermi se voglio essere tumulato a Torino o Dogliani… Stiamo sempre parlando di bare…», la replica di De Benedetti. Poi è stato sollecitato ad esprimere un parere su un’eventuale salita al potere di Matteo Salvini con il centrodestra: «Il giorno in cui arriva Salvini, i rubinetti dell’Europa si chiudono. Quindi se vincesse la destra, durerebbe lo spazio di un mattino… Ma io questo pericolo non lo vedo». Come Enrico Mentana, l’ex editore di Repubblica si è poi scagliato contro il governo per la vicenda degli assembramenti nel weekend: «Se uno ti spinge ad andare a comprare e poi ti dice che ti sei assembrato, il cittadino ha il diritto di non capire e seguire i suoi istinti. È normale che la politica debba stabilire delle regole generali».
DE BENEDETTI VS SALVINI “EUROPA NON LO ACCETTA”
Il giudizio su Angela Merkel invece è decisamente positivo. «Ha fatto un discorso straordinario parlando dei morti. Io non ho mai sentito nessuno del nostro governo parlare dei morti», ha dichiarato Carlo De Benedetti a “Otto e Mezzo” su La7. Non poteva mancare una riflessione in merito all’eventuale crisi di governo. «Quando si è capito che dall’Europa arriveranno molti soldi, Conte ha fatto una dimostrazione di menefreghismo verso la politica assolutamente inaccettabile». E la “piramide” che vuole costruire, sopra alla quale ci sarebbe sempre lui, «è una cosa scandalosa» per De Benedetti, secondo cui è lo stesso Conte ad aver «aizzato la crisi, se crisi ci sarà». In caso di voto anticipato, il centrodestra e in particolare Matteo Salvini non avrebbe comunque speranza. «Non si tiene conto di qual è la funzione dell’Europa: l’Europa non lo permetterà mai, in un modo o nell’altro, so che questo sarà criticato… Salvini sa di non essere accetto in Europa». E quindi gli ha suggerito «una linea coerente di politica internazionale».