L’INTERVENTO DI DE BENOIST AL SALONE DEL LIBRO CHE HA FATTO INFURIARE LA SINISTRA

«Solo l’identità garantisce la libertà e potrà salvare l’Occidente: non la politica, non la destra o la sinistra». Sta facendo discutere l’intervento del filosofo francese Alain De Benoist all’ultimo Salone del Libro di Torino: dopo la protesta e censura fatta da gruppi femministi e ambientalisti contro la Ministra della Famiglia Eugenia Roccella, anche il pensatore indipendente ha fatto letteralmente infuriare la sinistra “perbenista” che ha bollato De Benoist come filosofo “sovranista”, “populista” o addirittura “putiniano” perché non sposa appieno la linea dell’Occidente al 100% pro-Ucraina.



Il motivo? Semplice, si è scagliato contro la cancel culture, ha criticato gli Stati Uniti e non si è tirato indietro nel denunciare la “dittatura delle minoranze” sul fronte genere, religione e cultura. «C’è una crisi identitaria in Occidente» ha spiegato il filosofo nel suo intervento a Torino, con in collegamento il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (che ha elogiato l’autore dicendo «Bellissima quella sua immagine dei giornalisti poliziotti che vogliono importi la loro visione e sono pronti a processarti appena provi a esprimere un’idea un tantino diversa»). «La globalizzazione ci toglie punti di riferimento. Per questo dobbiamo difendere l’identità. La nostra identità. Diverse identità. Ciascuno può scegliere. Se sono un cattolico convinto sono disposto ad accettare l’arrivo di un immigrato cattolico. Se invece tengo alle etnie sono più disposto ad accettare un norvegese, anche se ateo», ha poi detto Alain De Benoist.



“NON DESTRA O SINISTRA SALVERANNO L’OCCIDENTE, MA L’IDENTITÀ”: COSA HA DETTO DE BENOIST

Dopo le critiche e le polemiche sollevate da sinistra contro il filosofo francese, è lo stesso De Benoist a rispondere punto su punto nell’intervista a “Il Giornale”: «L’Identità è quella cosa, insieme semplice e complessa, che ci fa vivere e senza la quale non possiamo neppure domandarci da dove veniamo e dove andiamo. L’Identità è quella che tiene insieme chi si capisce e allontana chi non si capisce. E fa sì che la cultura non sparisca». La celebrazione dell’identità, da non confondere con il sovranismo tout court: «L’identità è qualcosa di concreto che rafforza e tutela la tua storia e la tradizione. L’identitarismo è qualcosa di artificiale, una miscela tra decostruzione e confusione in cui attecchiscono la cultura Woke, le teorie indigeniste e decoloniali, dove il femminismo da strumento di emancipazione delle donne si trasforma in una teoria del gender indifferenziato».



La crisi dell’identità nasce dall’Occidente secondo De Benoist in quanto ha negato progressivamente «le differenze fra le persone e i popoli»: qui scatta la critica alla Ue ma soprattutto agli Stati Uniti, poiché «tendono ad azzerare qualsiasi senso di appartenenza». L’identità è sotto attacco: «egemonia, esportata dagli Stati Uniti e che pervade il mondo anglosassone? Uniformare le dottrine e i credo. Farci dire felicemente: Siamo tutti uguali! Anzi, Siamo tutti identici. Instillare l’idea che le differenze di genere, di religione, di pensiero vadano tutte combattute. Invece è vero il contrario: la ricchezza delle diverse Identità è vita. Le differenze culturali sono fondamentali per alimentare il dialogo. E anche il confronto politico». I paradigmi di destra e sinistra sono ormai superati, secondo il pensatore “padre” della Nouvelle Droite, sostituiti oggi da un’unica categoria “verticale”, ovvero «la contrapposizione tra le élite economiche sopra e il popolo sotto». Il problema, conclude De Benoist a “Il Giornale”, dunque non proverrà dalla sinistra o della destra ma dal pensiero unico, «quel politicamente corretto della cancel culture».