In un’intervista su La Stampa, Alain de Benoist, scrittore e filosofo francese, si “difende” da qualsiasi accostamento ideologico tra lui e il governo italiano. Qual è il suo ruolo nel dibattito politico italiano, anche alla luce del movimento culturale Nouvelle Droite da lui fondato in Francia? “Non sono l’ideologo di nessuno. Sono un intellettuale indipendente che lavora nel campo della filosofia politica e della storia delle idee da oltre mezzo secolo. Ho lettori di destra e di sinistra, ma sono indifferente alle etichette. In Francia, la divisione orizzontale destra-sinistra viene gradualmente sostituita da una divisione verticale che contrappone il popolo alle élite”.
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De Benoist prosegue spiegando: “Mi considero un comunitario, persino un socialista conservatore come George Orwell, Christopher Lasch, Jean-Claude Michéa o Michel Onfray. Il mio principale nemico è il capitalismo liberale. Sono molto grato a Francesco Giubilei per avermi invitato al Salone del Libro di Torino. A mio avviso, l’attuale governo italiano non è né populista né sovranista, e ancor meno post-fascista. È un governo conservatore-liberale molto classico. La grande domanda per i conservatori è cosa vogliono (e possono) mantenere…”.
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Alain de Benoist: “Impossibile negare differenze tra uomini e donne”
Alain de Benoist, a La Stampa, prosegue: “
L’ideologia dominante è un misto di progressismo, che combina ciò che resta dell’ideologia del progresso con l’inflazione dei diritti individuali e il monoteismo del mercato… Cercare di discutere oggi sulla base del
fascismo o dell’antifascismo equivale a comportarsi come i dinosauri. L’evoluzione non è stata gentile con i dinosauri”. Il filosofo commenta anche
l’uso dei termini al femminile, che la sinistra italiana sostiene fortemente: “La grammatica francese vieta la femminilizzazione della maggior parte dei sostantivi funzionali, in quanto rientrano nel cosiddetto neutro maschile. L’idea che il genere grammaticale e il
sesso biologico siano collegati è una finzione linguistica (né l’inglese moderno né il turco hanno un genere grammaticale). Le innovazioni linguistiche sono legittime quando sono sancite dall’uso, non quando sono decretate per legge…”.
Parlando di identità nazionale, l’intellettuale spiega: “Semplice: l’identità di un popolo è la sua storia. Sostituzione etnica? Venga a Parigi e si guardi intorno“. Sul gender, de Benoist chiosa: “Teorie basate sull’idea che il genere non abbia nulla a che fare con il sesso biologico, il che è una falsità. E perché invece di promuovere le donne, nega l’esistenza stessa delle differenze tra uomini e donne e contribuisce alla guerra tra i sessi, alimentata dal neopuritanesimo imperante… A prescindere dal nostro orientamento sessuale, i sessi saranno sempre e solo due. Si possono fare trattamenti ormonali o mutilazioni genitali, ma i cromosomi sessuali saranno sempre XX o XY…”.
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