Aurelio De Laurentiis va verso il rinvio a giudizio per l’acquisto di Victor Osimhen. Lo rivela Repubblica, spiegando che i magistrati della procura di Roma hanno chiuso l’indagine nei confronti del presidente del Napoli, accusato di falso in bilancio per l’operazione relativa all’attaccante. Ma sotto inchiesta sono finiti anche altri componenti del board del club partenopeo. L’inchiesta della giustizia ordinaria fu spostata lo scorso agosto da Napoli alla Capitale, perché è qui che fu approvato il bilancio del Napoli calcio.



La vicenda riguarda le presunte plusvalenze fittizie relative alla compravendita nel 2020 del calciatore nigeriano, capocannoniere e trascinatore della squadra che ha vinto lo scudetto nella passata stagione. Osimhen arrivò dal Lille per una somma complessiva di 71 milioni e 250mila euro: fu l’acquisto più costoso della storia della società di Aurelio De Laurentiis. Ma il Napoli pagò 50 milioni al Lille, invece 21 milioni furono valutati i cartellini del portiere greco Orestis Karnezis e di tre giovani calciatori, poi spariti dai radar, girati al club francese. Si tratta di Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri.



L’AVVOCATO GRASSANI “LA GIUSTIZIA SPORTIVA HA GIÀ PROSCIOLTO IL NAPOLI”

Secondo l’avvocato Mattia Grassani, specializzato in diritto sportivo, l’accusa di falso in bilancio in relazione al caso Osimhen è “tutta da verificare e da contrastare in un dibattimento“. Il legale, che spesso segue il Napoli nelle sue controversie, ha reso dichiarazioni a Radio Kiss Kiss Napoli, precisando di non essere a conoscenza di tutto ciò e quindi di non poter né confermare né smentire la notizia lanciata da Repubblica. “Posso dire che ove fosse vere la notizia e quindi la Procura della Repubblica avesse chiuso le indagini ritenendo sussistenti le ipotesi di reato si tratterebbe esclusivamente della posizione dell’accusa in ambito penale tutta da verificare e da contrastare in un dibattimento“, il commento di Grassani.



Per il legale, dal punto di vista sportivo, si è avuto “un esito diametralmente opposto ossia quello del proscioglimento del club e dei dirigenti che hanno collaborato e contribuito a determinare l’operazione Osimen“. Pertanto, per l’avvocato Grassani bisogna “predicare calma, prudenza“. Anche perché l’avviso di conclusione delle indagini vuol dire che “soltanto un tassello di un puzzle molto più grande è stato collocato in una scacchiera che manca ancora degli elementi fondamentali e quindi di una difesa della società e dei suoi dirigenti, di una valutazione da parte del GIP gup ecc“.