Aurelio De Laurentiis si scaglia contro il Comitato Tecnico Scientifico, e una ripresa del campionato troppo anticipata: parliamo ovviamente della stagione 2020-2021, che non è ancora stata definita perché la pandemia da Coronavirus ha reso tutto incerto. Arrivato all’Assemblea di Lega cui deve partecipare a Milano, il presidente del Napoli ha parlato ai microfoni dei giornalisti presenti (come riporta Ansa) nella giornata di giovedì 30 luglio, e ha dato di fatto ragione a Gabriele Gravina che recentemente ha fatto sapere come la data del 12 settembre sarebbe davvero troppo anticipata, per quanto riguarda l’inizio della prossima Serie A. De Laurentiis ha battuto su tasti anche ovvi, ma che vanno presi in considerazione: dopo una battuta sui politici che non dovrebbero andare in vacanza questa estate, e avendo definito “geni” i rappresentanti del CTS (chiamati poi anche “cervellotici” invece di cervelloni, e dicendo che non sanno assumersi le loro responsabilità, ha aggiunto che riprendere a metà settembre sarebbe sostanzialmente impossibile.
I motivi sono appunto molteplici, ma si rifanno tutti ad un calendario troppo stringato: De Laurentiis ha sottolineato come le nazionali si radunino a fine agosto per i loro impegni, e soprattutto Champions League ed Europa League proseguiranno sino al termine dello stesso agosto, vedendo eventualmente partecipanti le principali squadre italiane “senza le quali il campionato di Serie A non verrebbe preso in considerazione”. Il che porta al tema strettamente connesso dei giorni di riposo: vero che c’è stato un lockdown di tre mesi, vero altrettanto che tra il 20 giugno e il 2 agosto le 20 squadre del campionato hanno giocato una volta ogni tre giorni e le rappresentanti europee rischiano di dover giocare ancora tre partite (come minimo) in meno di un mese, con un clima non certo favorevole. “Dobbiamo dare almeno dieci giorni di riposo ai calciatori” ha sintetizzato De Laurentiis, aggiungendo che in questo modo salterebbero i ritiri di preparazione.
DE LAURENTIIS SULLA RIPARTENZA
Si gioca insomma all’incastro; “il problema è che gli impiegati devono fare gli impiegati e gli imprenditori devono fare gli imprenditori” ha poi proseguito il presidente del Napoli. Che, dunque, sposa la linea di Gravina il quale “mi ha sempre detto che è una follia partire il 12 settembre”; il presidente della FIGC ha parlato di ottobre, ma non si dovrebbe andare oltre una data simile. Soprattutto, De Laurentiis sottolinea il fatto che il problema principale debba essere quello di capire se gli stadi verranno riaperti o meno: l’accusa del patron è quella di un clima nel quale chi deve prendere le decisioni sta facendo finta di niente, e invece quello della presenza del pubblico è un tema di primo interesse perché non sono pochi gli addetti ai lavori che hanno specificato come giocare in uno stadio vuoto sia del tutto diverso, per non parlare poi del problema dei guadagni che entrano nelle casse delle società. “Basterebbe che tutte facessero causa per un miliardo e succederebbe uno scandalo” ha chiuso De Laurentiis.