Aurelio De Laurentiis pensa che la Serie A debba essere riformata, portandola dalle attuali 20 squadre a 16. Secondo il presidente del Napoli bisognerà quindi dare vita ad una sorta di “Superleghina”, come l’ha definita il quotidiano Repubblica, in cui ogni anno retrocederebbe una sola squadra, e in contemporanea, verrebbe promossa dalla Serie B solo una formazione. Il produttore cinematografico ha esposto il suo progetto nella giornata di ieri, parlando per circa un’ora durante l’assemblea informale dei presidenti della Serie A.
Obiettivo, mettere sul tavolo una proposta di riforma che renda il campionato italiano più sostenibile e nel contempo che permetta di ottimizzare le risorse. Al termine dell’incontro, rigorosamente in remoto, la fumata è stata nera, anche se la possibilità di un passaggio dalle 20 attuali squadre alle 18 con due retrocessioni più un possibile playout, non sembra così improbabile. Più complicato invece mettere in pratica la Superleghina di De Laurentiis, che ha ricevuto l’appoggio di poche squadre, a cominciare da quello dell’amico Claudio Lotito, presidente della Lazio.
DE LAURENTIIS E LA SERIE A A 16 SQUADRE: GIA’ NEL 2018 DICEVA…
Non è ovviamente la prima volta che il numero uno azzurro propone la sua visione di una Serie A a circolo chiuso, e già a marzo del 2018 aveva infatti specificato: “Io sono sempre per i grandi cambiamenti, e penso che la Serie A dovrebbe tornare ad avere 16 squadre come nel 1986 – le parole rilasciate al termine di un’assemblea dell’Eca – io ridurrei in tutto il calcio europeo il numero delle squadre”.
Curioso come all’epoca De Laurentiis aveva paventato una sorta di Superlega: “Io da sempre sono per un campionato europeo per club in parallelo ai campionati nazionali, con partite andate e ritorno ogni settimana tra le 20 squadre più meritevoli, ovvero tra quelle che nei rispettivi campionati nazionali sono arrivate nei primi posti. Ci dobbiamo quindi sedere attorno a un tavolo e stabilire quali sono i nuovi percorsi da fare per accedere a quel tipo di campionato europeo”. Il tempo stringe, entro il 30 giugno bisognerà decidere se riformare o meno il campionato di Serie A.