Cateno De Luca, al Corriere della Sera, parla della candidatura alle elezioni suppletive nel collegio di Monza dopo la morte di Berlusconi. “Molti sottovalutano che in quel collegio il 50% degli elettori è meridionale e che dove ho giocato in prima persona, come a Messina e Taormina, ho vinto. Per natura non metto limiti alla provvidenza”, spiega il politico, che sottolinea poi: “Vogliamo portare nel cuore della Lega la sfida della buona amministrazione e ripristinare il Regno delle Due Sicilie. Quindi prima mi candido a Monza, ne ho il diritto in quanto sono il sindaco d’Italia. Vittorio Sgarbi è incazzato perché io ho 5 gagliardetti e lui solo 4”.



Il sindaco di Taormina spiega poi che “la strategia del nuovo Regno delle Due Sicilie, che lanceremo alle Europee, serve a invertire il meridionalismo piagnone di chi si sente sempre vittima”. Non è esclusa neppure un’alleanza con Renzi e Calenda: “È una opzione, perché a Renzi e Calenda manca la presenza nel meridione, ma sarebbe un matrimonio di interessi per sdoganare il progetto. La condizione è che io sarò capolista al Sud e nelle Isole perché voglio fare lo zar, l’imperatore del nuovo Regno delle Due Sicilie. Non rinunceremo al nostro brand, a costo di correre da soli”.



De Luca: “Galliani chi? La politica è una cosa seria”

Di fronte, a Monza, Cateno De Luca si troverà Marco Cappato: “Lo conosco ma sul suicidio assistito siamo in antitesi. Dio ci dà la vita e Dio ce la toglie, chi accompagna agli inferi è Caronte”. Con Salvini, invece, i rapporti sono tesi: “Ci ha aperto la guerra, ha lanciato un’opa sul nostro gruppo a Messina e in Regione. Gioca, fa finta di voler fare il ponte, per questo gli ho mandato una scatola di mattoncini Lego. Non ha gradito, è molto incavolato anche perché gli ho dato simpaticamente del bimbo minchia”. 



Nel seggio che fu di Berlusconi ci sarà anche Adriano Galliani. Per lui De Luca usa un tono duro: “Galliani chi? Continui a fare il calciatore, la politica è una cosa seria”. La presidenza in Sicilia, però, l’ha presa. Il politico, però, ne è certo: “Sono arrivato secondo solo perché c’era l’electron day. Hanno evitato il Catemoto, per dirla con il nome di un mio libro, ma si ritrovano con la Regione in mano a una banda bassotti politica e con Schifani presidente. Il miglior servo o servitore dello Stato”.