L’inchiesta de La Repubblica ha scosso il mondo Roma, con Daniele De Rossi e Francesco Totti al centro del caos. Escluso Jim Pallotta, la società capitolina ha preferito non commentare ma emergono indiscrezioni sulla reazione dell’ex numero 16 giallorosso: secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, il calciatore è sconcertato da quanto pubblicato e sarebbe pronto ad azioni legali contro gli estensori dell’articoli. Intervistato da Centro Suono Sport, l’ex direttore sportivo Monchi non conferma la ricostruzione del quotidiano: «Non voglio guardare indietro. Io adesso lavoro a Siviglia e anche qui ho tante cose da fare e mi sembra non rispettoso parlare d’altre cose che non sono del Siviglia. Ma voglio che una cosa sia chiara: io non conosco i giornalisti che hanno scritto quell’articolo. Non so chi sono e non ho mai parlato con loro», riporta Forza Roma. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PALLOTTA: “TUTTE CAZZATE”
«De Rossi voleva far cacciare Totti dalla Roma? Sono tutte cazzate, qualcuno sta provando a danneggiare la Roma con continue bugie. Oggi chiarirò la situazione»: così il Presidente della società giallorossa, James Pallotta, ha spiegato ai colleghi de “Il Romanista” quanto tale siano le ricostruzioni fatte da Repubblica stamattina che hanno poi causato un autentico terremoto nella già delicata situazione di Trigoria. Da Nzonzi fino ai preparatori atletici, l’intera storia raccontata nel quotidiano romano secondo il Presidente da Boston è tutta un’autentica invenzione e come tale verrà trattata dalla società. Non vengono spiegate e commentate le altre parti del retroscena di Rep sui medici e fisioterapisti licenziati da Pallotta lo scorso 8 marzo dopo il ko in Champions col Porto, assieme all’allenatore Di Francesco, ma ciò non deve stupire avendo detto in primis lui che tutto quanto raccontato sui giornali oggi sono pure «cazzate» senza alcun tipo di fondamento. Al momento De Rossi e Totti non hanno rilasciato altri commenti, mentre si attende probabilmente un comunicato integrale di Pallotta in cui verranno spiegati più nel dettaglio prese di posizioni ed eventuali conseguenze della vicenda, ovvero possibili querele e denunce. (agg. di Niccolò Magnani)
“LA RIVOLTA DEI SENATORI CONTRO TOTTI”
La rivolta dei senatori della Roma contro Francesco Totti: questa la clamorosa indiscrezione lanciata da La Repubblica all’indomani dell’addio di Daniele De Rossi, che domenica scorsa ha ufficialmente salutato i giallorossi dopo 18 anni. Lo abbiamo visto sereno e sorridente mentre tutto attorno erano lacrime e commozione; c’è stato anche l’abbraccio con Francesco Totti, che nel 2017 gli aveva ufficialmente passato la fascia di capitano dopo tante battaglie insieme. Eppure, sembra che lo stesso De Rossi abbia capeggiato una “fronda” interna allo spogliatoio per allontanare non solo Totti, ma anche l’allenatore Eusebio Di Francesco e il direttore sportivo Monchi: a leggerla così, due terzi del piano sono riusciti mentre l’ex numero 10 è rimasto saldo al suo posto, evidentemente (ma stiamo ipotizzando) perchè la sua figura in questo ambiente quasi prevarica la Roma stessa (per certi versi e in alcuni tratti della storia è stato così). A far parte dell’ammutinamento sarebbero stati anche Edin Dzeko (sempre più vicino all’Inter), Kostas Manolas (che potrebbe finire alla Juventus) e Aleksandar Kolarov: insieme a De Rossi, tre dei più autorevoli componenti dello spogliatoio. Il motivo? La “percezione negativa che Totti trasmetteva”: l’idea sarebbe stata quella di allontanare Di Francesco così da portare all’addio dello stesso Totti.
DE ROSSI E LA RIVOLUZIONE DELLA ROMA
E’ finita che Di Francesco è stato realmente esonerato dalla Roma, ma insieme a lui se n’è andato solo Monchi: l’affare risalirebbe al dicembre 2018, e secondo Repubblica sarebbe stato un uomo di fiducia di James Pallotta (il preparatore Ed Lippie) a far uscire le voci lanciate appunto dai tre di cui sopra. Pare difficile pensare che De Rossi abbia voluto allontanare un elemento e simbolo che ha sempre definito con certi termini (l’ultima volta, in occasione della lettera di addio alla società giallorossa). C’è però di più: l’ormai ex centrocampista in estate non avrebbe preso bene l’acquisto di Steven Nzonzi ritenuto il suo naturale sostituto, tanto da minacciare di far arrivare decima la squadra se la cosa non fosse stata risolta. Da qui nascerebbe anche lo strappo (solo parzialmente ricucito) che avrebbe portato alla separazione di pochi giorni fa; la trama si infittisce arrivando a marzo, quando la Roma è stata eliminata dal Porto in Champions League. Con Di Francesco avevano salutato anche Del Vescovo e Stefanini, rispettivamente medico e fisioterapista della società. Proprio loro avrebbero fatto da “tramite” tra lo spogliatoio e Lippie, parlando sotto banco della necessità di allontanare dalla società Totti. De Rossi, legato a Stefanini, non avrebbe preso troppo bene il suo allontanamento, “rintracciando” proprio nell’ex numero 10 il responsabile.
DE ROSSI PRONTO A QUERELARE REPUBBLICA
Dopo la bomba ad orologeria di fatto già esplosa questa mattina a seguito del pezzo di Repubblica, secondo fonti riportate da ForzaRoma.info l’ex Capitan Futuro Daniele De Rossi – ora in vacanza con la moglie Sarah in Giappone – sarebbe prontissimo a far partire l’intero iter di denuncia per poter querelare La Repubblica e i giornalisti che hanno scritto la presunta ricostruzione dell’intera vicenda assai misteriosa. Bonini e Mensurati nel pezzo, come abbiamo visto, citano anche le due figure chiave “vicine” a De Rossi, ovvero l’ex medico del club Del Vescovo e l’ex capo dei fisioterapisti Stefanini e anche loro potrebbero propendere per vie legali qualora lo decidessero assieme – o in un secondo momento – a Daniele De Rossi. Dopo l’annuncio del mancato rinnovo con la Roma, non è la prima volta che emergono dettagli e ricostruzioni “misteriose” sul conto dell’ex Capitan Futuro: qualche settimana fa erano stati degli audio pubblicati online dello stesso De Rossi in cui dava la sua versione dei fatti, mettendo in mezzo imbarazzo la società giallorossa. Ora il retroscena, dove però De Rossi sembra intenzionato a porre “fine” con la querela pronta, pare, ad essere inviata. (a cura di Niccolò Magnani)