Sono passati quasi 6 mesi dal suicidio della 15enne Dea che lo scorso 4 ottobre 2024 ha lasciato un profondo ed incolmabile vuoto in chiunque la conoscesse a Pisticci, a partire da sua madre Mirna Mastronardi che ancora oggi non riesce a darsi una reale spiegazione per quanto accaduto alla sua unica figlia, nata quasi per miracolo nel pieno di una vera e propria tempesta emotiva per la donna: un caso sul quale ora gli inquirenti hanno avviato un’indagine per capire cosa (e magari anche potenzialmente chi) abbia spinto Dea a togliersi la vita, passato – per ora – dal sequestro e dall’analisi del suo cellulare.
Della morte della figlia Dea è tornata – proprio in questi giorni – a parlare la stessa Mirna sulle pagine della Stampa, ricordando come in quel maledetto venerdì la 15enne abbia deciso di suicidarsi “dopo aver riso a scuola, dopo aver studiato, preparato lo zaino e chiesto alla nonna le bombette siciliane“: un vero e proprio gesto – insomma – apparentemente inspiegabile e sul quel oggi si dice certa che potesse esserci “un dolore senza fine” che (forse) avrebbe potuto cogliere; ricordando in particolare quelle volte in cui “si metteva le cuffiette sull’altalena nel giardino di casa” ascoltando della musica che forse le faceva sembrare “questo mondo così brutto”.
Mirna Mastronardi: “Mia figlia Dea inghiottita dagli algoritmi che fanno leva sulle debolezze”
Dal suo punto di vista, la mamma di Dea inoltre si dice piuttosto impaurita di “scoprire quello che sarà rilevato sul telefono” della figlia e che certamente nasconde quel “mondo spaventoso” che per i giovani diventa una vera e propria “gabbia“, accusando in particolare “l’algoritmo” di far “leva sulle loro debolezze” spingendoli a gesti – appunto – inspiegabili; ma il tutto con la lezione per lei e per gli altri genitori ad “ascoltare” sempre i propri figli ed eventuale “fare il primo passo” se decidono di chiudersi nel silenzio.
Ma in tutto questo dolore per la morte di Dea, la madre della ragazza si compiace di tutto l’enorme amore ricevuto dai compagni di classe della 15enne che “hanno chiesto di lasciare in aula il suo banco” decorandolo con “una piantina” e numerose “frasi” dedicate alla figlia: “Lei – ricorda – voleva essere accettata” dopo tutti problemi “di isolamento” attraversati alle medie per la sola colpa di essere “troppo brava” a scuola.