Per Mario Deaglio la differenza tra una guerra mondiale e una pandemia è molto sottile, quasi impercettibile: nel suo editoriale oggi su “La Stampa”, l’economista marito di Elsa Fornero risponde a tono alle discussioni aperte dai filosofi come Massimo Cacciari e Giorgio Agamben, tra i pochi “controcorrente” sulla vicenda del Green Pass e dell’obbligo vaccinale. «L’esistenza di un confine tra libertà individuale e interesse collettivo», scrive Deaglio, «è sempre stata riconosciuta tranne che dal liberismo più intransigente, purtroppo in foto ascesa in tempi recenti – ma non recentissimi – soprattutto negli Stati Uniti».



Il professore considera l’emergenza Covid del tutto similare ai bombardamenti notturni nei centri abitati durante la Seconda Guerra Mondiale, dove nacque la concezione “moderna” di coprifuoco: i trasgressori di quelle norme, spiega Deaglio, sarebbero non solo stati arrestati se beccati a infrangere le regole ma anche condannati «per alto tradimento». Traducendo le parole dell’economista, lockdown e obblighi odierni sono regole inevitabili per l’emergenza attuale tanto quanto lo erano durante le guerre: «l’emergenza virus appare sicuramente paragonabile ad un’emergenza bellica, per molti versi ancora più pericolosa delle bombe sganciate al buio».



LA LIBERTÀ E LE REGOLE “INDISCUTIBILI”

Secondo Deaglio il Covid-19 è un nemico da sterminare, «altrimenti sterminerà noi», come dimostrano i numeri sui morti della pandemia (anche se un minimo di discussione seria occorrerà fare prima o poi per capire quanti effettive siano le vittime dovute al contagio e quanti invece persone decedute per altri motivi ma comunque positivi al coronavirus, ndr) fino ad oggi. «Se sono infetto senza saperlo, il solo fatto di respirare senza mascherina posso far morire un’altra persone che mi passa vicino», sottolinea l’economista. La libertà «non è arbitrio», lo ribadisce Deaglio nel suo editoriale, pur considerando importanti e inviolabili i dati personali e le singole libertà dei cittadini. Di contro però, conclude, «i comportamenti temporaneamente obbligatori contro il Covid rappresentano le frontiere delle libertà dei nostri giorni». Ci permettiamo una seconda “traduzione”, a nostro parere ancora più “forte”: parlare di libertà oggi sull’emergenza Covid, significa ritenere giuste e “indiscutibili” qualsiasi legge o norma creata per contrastare la pandemia. Ecco, anche qui, una discussione – ma anche un dibattito, un semplice non essere insultati per il solo fatto di porre qualche dubbio legittimo – potrebbe essere utile per tutti: tanto per la scienza, quanto per la politica, quanto infine per la vita di ciascuno di noi. La libertà non è un libero arbitrio di stampo liberista: vero, è molto di più ed è un concetto molto più “sacro” di qualsiasi pur utile restrizione.

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