Recuperare alcuni debiti degli italiani – per il Fisco – non sembra essere un’operazione facile, né tanto meno possibile. Il problema più grave sono le difficoltà oggettive dei contributi che hanno dei crediti insoluti, la cui recuperabilità (come già sottointeso), potrebbe non essere “semplice”.



Da una prima analisi riportata da La Repubblica, le riscossioni attuali ammonterebbe a ben 1.206,6 miliardi di euro, il cui 40% di quest’ultima cifra sembrerebbe “impossibile da recuperare“.

Per una analisi più approfondita, 151,7 miliardi di euro sono dovuti da parte di soggetti sottoposti a procedure concorsuali, altri 195 miliardi di euro da ditte cessate e persone decedute, e altri 136,5 miliardi di euro da “nullatenenti”.



Debiti degli italiani irrecuperabili: cosa aspettarsi?

Nella maggior parte dei casi, questi debiti degli italiani non potranno essere recuperare neanche a fronte di interventi giudiziali già presi in carico dai corrispettivi agenti di riscossione. Motivo per cui, il fisco ha voluto introdurre appositamente la Rottamazione Quater, nella speranza di poter recuperare parte dei crediti ponendo fine alla morosità del debitore.

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, insieme a Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze al Senato, si sono resi conto e hanno ammesso che oltre ad essere oggettivamente complesso – se non impossibile – recuperare molti crediti insoluti, alla fine dei giochi la “somma attaccabile” potrebbe ammontare “a soli” 68 miliardi di euro.



22 Milioni di contribuenti debitori

Il problema maggiore sulla base dei debiti degli italiani riscontrati in quest’ultima analisi, sarebbe la quantità: 22,4 milioni di contribuenti si ritroverebbero in una posizione debitoria senza precedenti. Mentre l’aspetto “meno critico”, si baserebbe sul 76% dei crediti insoluti il cui totale ammonterebbe a poco meno di 1.000€.

Come per altro evidenziato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, ci sarebbero altre lotte all’evasione fiscale, tra cui illeciti di varia forma e natura:

  • Frodi ai danni dell’IVA;
  • Crediti inesistenti e/o aiuti economici non realmente spettanti;
  • Esterovestizione legata alle reale residenza fiscale;
  • Indagini sulle stabili organizzazioni non accertate;
  • Occultamento di patrimoni all’estero.

Laddove possibile, il fisco italiano è già pronto a potenziare quelli che sono gli strumenti idonei al controllo e all’accertamento degli illeciti fiscali (con tanto di sanzioni e conseguenze).