Mes, coronabond, recovery fund e adesso il debito perpetuo. Ma cos’è? Stiamo parlando della proposta del premier spagnolo Pedro Sanchez fatta in Unione Europea e che sembra riscontrare il favore di numerosi Paesi. Come vi abbiamo raccontato, questi sono i giorni delle trattative a Bruxelles per raggiungere l’intesa sugli strumenti da adottare per affrontare l’emergenza coronavirus. E la Spagna potrebbe mettere tutti d’accordo: come evidenzia Dagospia, la Germania sarebbe disposta ad accettare il piano spagnolo e poi a ruota altri Paesi Ue. Madrid ha messo sul tavolo l’idea di un grande fondo Ue fino a 1.500 miliardi di euro finanziato con debito perpetuo, che verrebbe poi distribuito sotto forma di trasferimenti tra i Paesi più colpiti dall’emergenza sanitaria. Come spiegato da El Pais, il fondo Ue dovrebbe essere finanziato attraverso 1.500 miliardi di euro di debiti irredimibili, coperti da una parte del bilancio Ue.



DEBITO PERPETUO, COS’E’?

Il fondo Ue fino a 1.500 miliardi finanziato con debito perpetuo si colloca dunque come una via di mezzo che può essere negoziata con la Germania, intenta a confermare il no agli eurobond. L’attuazione della proposta spagnola prevederebbe tempi rapidi e consentirebbe di evitare il massiccio indebitamento dei Paesi del Sud. Nessun prestito, dunque, ma trasferimenti diretti limitati alla durata della crisi sanitaria. Il debito perpetuo citato, evidenzia El Pais, avrebbe il rating AAA che tutte le istituzioni Ue hanno sui mercati, ciò equivale a un interesse molto basso. Resta però il problema della struttura tecnica, ancora tutta da creare.



Prime reazioni dall’Italia, positivo il giudizio del viceministro M5s Laura Castelli: «La creazione di ‘debito perpetuo’, una soluzione di cui si parla da anni e che, dai documenti, appare molto interessante. Le strategie per combattere il Coronavirus ci porteranno ad un inevitabile calo del nostro Pil e quindi ad un aumento del rapporto debito pubblico-Pil. Abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle che soluzioni adottate in passato, fatte di tagli alla spesa pubblica e soffocamento della domanda interna, non solo non hanno risolto il problema (il rapporto debito pubblico-PIL è aumentato sempre di più), ma hanno anche avuto effetti negativi sull’economia reale e di conseguenza sulla vita dei cittadini».

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