Secondo quanto riferito da Bloomberg, autorevole testata americana, alla fine del mese scorso gli interessi stimati sul debito pubblico degli USA hanno superato quota mille miliardi di dollari. Si tratta di una cifra impressionante che è addirittura raddoppiata negli ultimi 19 mesi. I titoli del Tesoro americano, di conseguenza, potrebbero trovarsi ad affrontare una nuova pressione di vendita, sottolinea ancora il portale a stelle e strisce, in vista dell’anno 2024, anche se una misura del crescente costo di rimborso del debito potrebbe fare da guida.
La spesa per gli interessi sul debito viene calcolata attraverso i dati del Tesoro degli Stati Uniti, che ogni mese indicano i saldi del debito in sospeso del governo e l’interesse medio che viene pagato. Bloomberg sottolinea comunque come l’indicatore dei costi degli interessi stimati sia differente rispetto a quello che viene effettivamente pagato dal Tesoro USA. I costi per gli interessi nell’anno fiscale chiusosi il 30 settembre sono stati infatti pari a 879,3 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 717,6 dell’anno precedente e pari al 14 per cento delle uscite totali.
DEBITO USA, GLI INTERESSI SUPERANO QUOTA RECORD: 1.000 MILIARDI DI DOLLARI. PER GLI ANALISTI ARRIVERÀ A 2.000
In vista del futuro tutto fa pensare che il governo sarà costretto ad affrontare un nuovo aumento degli interessi sul debito, cosa che ovviamente non è rosea per l’economia USA. Un eventuale peggioramento dei parametri potrebbe quindi riaccendere il dibattito fiscale inerente prestiti pesanti da parte dell’amministrazione di Washington.
Tale dinamica ha già contribuito in passato a far salire i rendimenti obbligazionari, portando quindi l’agenzia Fitch Rating a declassare il debito pubblico americano lo scorso mese di agosto. Ira Jersey e Will Hoffman, strategy di Bloomberg Intelligence, si dicono convinti che “Ci saranno ulteriori aumenti nelle aste dei coupon del Tesoro e dei Buoni del Tesoro in circolazione in futuro”. E ancora: “Oltre ai deficit di oltre 2mila miliardi di dollari nel prossimo futuro, sarà necessario rifinanziare anche le scadenze in aumento a seguito dell’aumento delle emissioni a partire da marzo 2020”.