Quest’anno c’è un decreto, ma il 1 maggio, sul versante sindacale, finora si è caratterizzato in particolare per un evento: il concerto di Piazza San Giovanni a Roma (che quest’anno si sposterà addirittura al Circo Massimo). Poi i leader di Cgil, Cisl e Uil ritorneranno, per quel giorno, ai tempi antichi celebrando insieme la Festa del Lavoro a Monfalcone e intervenendo con questa iniziativa in un’area del Paese in cui esistono problemi con la manodopera straniera reclutata da Fincantieri. È indubbiamente un segnale positivo che le grandi confederazioni dimostrino una vocazione unitaria con riguardo a un problema tanto delicato come quello del lavoro degli stranieri, che è sempre più indispensabile non solo per rimediare nella misura del possibile agli squilibri demografici che ormai si ripercuotono inesorabilmente sul mercato del lavoro, specie dove le mansioni sono più disagiate.



L’anno scorso, il Governo – nell’affrontare una prova emblematica del rapporto con il mondo del lavoro – colse tutti di sorpresa, comprese le organizzazioni sindacali, approvando, seduta stante, un decreto lavoro che si muoveva lungo il solco dei sussidi a lungo frequentato dai Governi precedenti, poi sistemati e razionalizzati a cura del Governo Draghi. La tradizione vuole che il 1° maggio ci scambino mazzi di garofani. Questa volta Meloni ha voluto innovare. Se l’anno scorso aveva potuto avvalersi dell’effetto sorpresa (nessuno si aspettava che il Governo si riunisse in quel giorno e varasse dei provvedimenti a favore dei lavoratori), quest’anno si è limitata a presentare un mazzo di papaveri, il fiore che non regge le folate di vento.



In verità non si capiscono i motivi di questa “manovretta” di cui sono incerte persino le coperture, tanto che molte misure sembrano pagherò a “babbo morto”, per cui non è ancora chiara la loro decorrenza. Nella Conferenza stampa il vice ministro Maurizio Leo ha svolto il compito di illustrare le finalità del decreto 1 maggio 2024 denominato “coesione”. Il Governo ha voluto andare incontro alle fasce medio-basse e ha aggiunto ulteriori benefici per dare, tra fine anno e l’inizio dell’anno nuovo, un ulteriore sostegno di 100 euro che vanno a vantaggio delle famiglie monoreddito o monogenitoriali. In questo modo si mette in condizione, in quel periodo, di comprare un regalo al figlio, e si fa in modo di destinare queste risorse ai consumi- Poi Leo ha aggiunto: “Questa misura l’abbiamo realizzata per venire incontro ai dipendenti che hanno redditi non elevati non oltre i 28mila euro complessivi. In quel caso si dà il beneficio di 100 euro erogato attraverso i sostituti d’imposta nel mese di gennaio”.



Il viceministro ha spiegato poi che il Governo aveva la necessità assoluta di trovare delle coperture che non erano disponibili per il 2024, perché nell’anno in corso erano già state utilizzate tutte le risorse possibili per attivare i primi dodici decreti, che diventavano 13 con l’ultima fatica. Poi Leo ha spiegato il perché tutte le risorse utilizzabili relative ai due fondi, quello per la riduzione della pressione fiscale e quello della delega, sono stati usati per mettere a terra tutti i decreti legislativi. C’era un differenziale in conseguenza del quale erano reperibili risorse negli negli stanziamenti effettuati nel 2024″. Il bonus, ha concluso Leo, “va messo in relazione a tutto quello che il Governo ha fatto in questo campo, come l’intervento sul cuneo fiscale, la riduzione aliquote da 4 a 3, premi di produttività e i fringe benefits“. Ma è rimasta invariata l’aliquota del 5% o siamo ritornati al 10%?<

Quindi, secondo il rappresentante del Governo, il contenuto del decreto 1 maggio 2024 è il primo tassello di di quanto l’Esecutivo intende fare, se si trovano le relative risorse, per le tredicesime. Poi, il viceministro ci ha tenuto ad assicurare la base elettorale cara al centrodestra. “Non abbiamo una visione strabica” -ha affermato con un tono da oculista -, prestiamo attenzione al mondo autonomo e anche al mondo del lavoro dipendente, ma (qui casca l’asino!, ndr) dobbiamo trovare l’equilibrio con le coperture perché ci sono numeri più importanti”.

Che cosa siamo legittimati a pensare dopo aver ascoltato queste spiegazioni? Si continua a tappare dei buchi con i soliti bonus (un mio amico ne ha contati ben 50 da quando è cominciata la politica delle mance (non solo da parte di questo Governo ma anche con i precedenti). Nel decreto 1 maggio 2024 approvato ieri dal Governo se ne aggiungono altri 16. È un conto però sostenere la domanda in tempi di crisi come è capitato durante l’emergenza sanitaria e il caro bollette. È un altro paio di maniche continuare con una politica di una tantum che spreca risorse senza affrontare i problemi in modo strutturale. E quel che è peggio senza neppure disporre delle risorse che sarebbero necessarie.

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